Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

martedì 17 luglio 2018

I "CASTELLI" DEL MONTICELLO

Solo chi conosce a fondo il nostro territorio ne ha o ne ha avuto notizia: in pochi sanno infatti dell’esistenza di due significative emergenze sul Monticello, il primo sovrasta il versante Nord, che da sulla piana dei pantani ed il secondo a ridosso del cimitero, versante Est, distanti tra loro 200 metri circa ed entrambi a quota 230 slm, metro più metro meno. La tradizione popolare ha attribuito loro i nomi, rispettivamente, di “Castello Quadrato” e “Castello Rotondo”. In realtà di castelli non si tratta, almeno nel senso stretto della parola: le ridotte dimensioni, lo spessore delle mura che non supera i 50/80 cm, l’assenza di torri o di ruderi di esse, ce ne rendono contezza.
Sono ubicati entrambi nel bosco del Monticello, già proprietà della famiglia Caracciolo, duchi di Roccaromana e padroni di Pietramelara, che ne avevano fatto una piccola riserva di caccia (25 ettari circa) racchiusa pèr l’intero perimetro da un muro in pietra calcarea e malta, alto circa 2 metri e mezzo. Tale fondo boschivo con l’annessa masseria in località San Pasquale, passò poi in tempi più recenti al Marchese Paternò, imparentato coi Caracciolo, attualmente ne sono proprietari gli Eredi Cerbo.
Il Castello Quadrato, sorge in un punto estremamente panoramico, che domina la piana dei pantani, sino alle alture di Marzanello e Pietravairano; la pianta è rettangolare, non rimangono di esso che le mura perimetrali. Dalla tipologia costruttiva si direbbe che in passato si sia trattato di un edificio religioso: forse un conventino, forse l’abitazione di un eremita con annessa chiesetta; l’ipotesi è confermata dal fatto che nella cartografia borbonica del Rizzi-Zannoni (1784) il punto è indicato come “Sant’Angelo”; dato il dislivello rispetto alla vasta radura sottostante, si notano tracce di una scalinata in pietra che doveva agevolare il superamento di tale dislivello (8/10 metri).
Più interessante e intrigante la visita al cosiddetto “Castello Rotondo”: si tratta comunque di un edificio di dimensioni ridotte, su due livelli, di cui l’inferiore è completamente interrato. La parte fuori terra ha pianta anch’essa rettangolare, con spigoli fortemente arrotondati (da cui il nome), la muratura è in tufo nero, a vista. Misteriosa la parte ipogea, a pianta circolare: si tratta di una stanza centrale di forma circolare al cui centro è presente una colonna cilindrica il cui diametro supera il metro; la funzione di tale colonna è portante per l’intera costruzione superiore; la stanza circolare è circondata da un corridoio sull’intera circonferenza… La sua funzione: quasi sicuramente un casino di caccia, a servizio della piccola riserva dei Caracciolo, ove pare fossero allevati cinghiali ed altri ungulati. Il lato esterno del corridoio è intervallato da aperture ad altezza d’uomo, a distanza regolare (cfr. foto di copertina). In un pozzetto, sul pavimento di detto corridoio, vi è un affioramento di acqua, probabilmente per effetto di una falda artesiana. Quali fossero state nel passato le funzioni di tale ipogeo non è riportato in alcun documento e neppure nella tradizione orale popolare se ne rinviene traccia: un’inquietante sensazione di leggenda pervade quel luogo. E’ certo comunque che quella porzione di territorio è disseminata di esoterismo, che solo in parte la pia presenza del Convento Francescano di San Pasquale ha potuto contemperare: a chi ha occhio per queste cose non sarà sfuggito, infatti, che nel nostro cimitero, osservando la facciata delle due cappelle principali sono raffigurati un simbolo massone nel timpano dell’Ave Gratia Plena (cappella r’i signuri) e una croce celtica in quello del Corpus Domini.
I due edifici sul Monticello rappresentano un’ulteriore profonda impronta lasciata dai Caracciolo, famiglia controversa, sul nostro territorio: si sa che la nobiltà partenopea, d’altronde, non ha mai disdegnato rapporti con l’occulto e con l’esoterismo.

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