Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

sabato 9 giugno 2018

CICLI

Anche nei rapporti sociali vi sono delle ciclicità che non si possono ignorare: se ripenso ai miei ultimi tre decenni mi rendo conto che di cicli ne ho vissuti almeno tre, uno per decennio. Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta, ho partecipato ai matrimoni dei miei amici più stretti e, naturalmente, ho vissuto il mio. Erano quelli, anni veramente spensierati: gli studi finiti da poco, molte speranze, qualche soldino in tasca. Una filosofia condivisa poi, quella di vivere un po’ alla giornata, accontentandosi di quello che la vita ed il contesto ti presentava; serenità, gioia di vivere, senza le ansie derivanti dalle responsabilità che sarebbero inevitabilmente giunte dopo. Partecipare ad una festa, allora, era veramente un piacere! Stare insieme per scherzare, cazzeggiare (come si usa dire oggi) e, non ultimo, per gustare ciò che gli sposi avevano preparato per noi nel ricco menù. Tutt’altro discorso per il mio matrimonio: in particolare, è rimasta impressa la preoccupazione della mia mamma, non solo perché tutto andasse bene e per l’agio degli invitati, ma soprattutto perché stava per generarsi una nuova famiglia, con tutti i vantaggi e le criticità connesse.
Dopo qualche anno (e siamo alla fine dei novanta/inizio nuovo millennio), le prime comunioni della prole che quei matrimoni avevano generato. Tutto o quasi era cambiato: una famiglia da portare avanti, le responsabilità di un lavoro che man mano crescevano, erano contemperate dalla forza derivante da un’età che, sebbene non del tutto verde, ti metteva in grado di gestire tutto al meglio. Il cambio di millennio generava ansie ed aspettative positive: tanto per citarne una, chi non ricorda l’apprensione per il “millenium bug”, conosciuto anche come Y2K bug o Year 2000 problem, in italiano baco del millennio?.. è il nome attribuito ad un potenziale difetto informatico (bug) che si manifestò al cambio di data della mezzanotte tra il venerdì 31 dicembre 1999 e il sabato 1º gennaio 2000, problema che si rivelò poi di minor portata del previsto e piuttosto circoscritto, grazie alle misure di precauzione adottate. Le prime comunioni di quei preadolescenti erano feste gioiose anch’esse, velate di un po’ di malinconia per il tempo che passava inesorabile. Erano occasioni quelle per rivedere amici e coppie di amici che la vita, il lavoro ed altro avevano separato geograficamente da noi, ricordare la goliardia e l’allegria dei bei momenti trascorsi insieme.
Ed eccoci giunti ai giorni nostri, alla soglia del terzo decennio del duemila: i matrimoni dei nostri figli. Ho finito per rendermi conto dell’inizio di questo terzo ciclo, da qualche giorno. Aver partecipato giovedì alla bella festa per Alessandra ed Andrea (foto di copertina) insieme all’invito ricevuto poche ore fa per il matrimonio di Luigi, tra l’altro mio “patino” (tenuto a battesimo, n.d.r.), ha immediatamente in me generato tale convinzione.
L’emozione a volte ti coinvolge anche quando non ci pensi e, mentre ti incammini nel corteo nuziale, si genera il pensiero che di li a poco potrebbe essere la tua volta, ad accompagnare una sposa all’altare. La storia si ripete, secondo la grande intuizione di G.B. Vico, ed ecco che quei pensieri e quelle preoccupazioni di tua madre, tanti anni fa, potranno (dovranno) esser tuoi.

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