Nel recente pezzo, pubblicato dal sottoscritto su questo blog, dal titolo “Tre Fasi”, un passaggio è stato oggetto di polemica. Il passaggio è il seguente: “E’ il momento di aprire gli occhi, vengano fuori i giovani, quelli motivati e dotati di iniziativa. Altrove ha funzionato! Il vecchio è stato oggetto di rifiuto netto e totale: donne e uomini di età raramente superiore ai quaranta hanno dato luogo ad amministrazioni slegate dal passato e da compromessi. Può funzionare anche da noi? … non saprei, ma di sicuro vale la pena tentare”. In sostanza, mi si accusava di essere stato discriminatorio nei confronti degli ultraquarantenni. Ma… già da come si legge, la formula è dubitativa, indice del fatto che anche il vostro blogger scribacchiante non ha piena certezza del successo di un’iniziativa politico/amministrativa del genere; orbene , dato che i miei scritti non hanno alcun carattere normativo, e pertanto mai e poi mai potrebbero essere discriminatori nei confronti di chicchessia, se sono stato poco chiaro cerco di spiegarmi meglio all’amico che si è sentito piccato dal passaggio in questione.
Ritengo che, dato lo stato in cui versa Pietramelara (zero servizi, economia al collasso, casta impiegatizia costosa ed autoreferenziale, territorio abbandonato a se stesso), sarebbe preferibile che, dopo tante amministrazioni legate al passato, si cominciasse a respirare un po’ di aria nuova, nuove donne, nuovi uomini e, soprattutto, nuove idee; con questo non voglio impedire niente a nessuno, per carità! Anche perché pochi decenni di vita non sempre sono sinonimi di “giovinezza mentale”: c’è chi nasce già vecchio e chi continua, invece, a conservare mentalità aperta anche a oltre ottant’anni. Chi vuole si faccia avanti e si sottoponga al giudizio dell’elettorato, indipendentemente dalle esperienze passate e dagli anni che ha vissuto.
Chi si propone alla guida della nostra comunità deve essere conscio che l’Ente ha bisogno di una rivoluzione totale, dal punto di vista gestionale, politico e finanziario. La cosa richiede tempo e passione, insieme ad attributi che, nel colorito linguaggio meridionale, vanno sotto il nome di “palle”. Se ci guardiamo un attimo indietro si vede con chiarezza che quello che è mancato da almeno due decenni è il coraggio dell’impopolarità; la scelta è stata quella di salvaguardare interessi particolari e lasciarsi vivere, tanto, per dirla con il grande Eduardo “Adda passà a nuttata”.
Le “minestre riscaldate” non dovrebbero piacere più a nessuno eppure…
Il primo obiettivo che ci si deve porre è: Pietramelara torni ad essere un paese “normale”. Il nostro Paese, dobbiamo con serenità ed onestà riconoscerlo, da tempo è uscito dal solco della normalità, dove per normalità si intende soprattutto chiarezza nei ruoli e nelle funzioni, sicurezza sociale, fiducia nell’avvenire. Il politico fa il tecnico, ed il tecnico fa il politico, il funzionario tifoso fa la campagna elettorale, questi sono indicatori di una situazione da correggere e di ruoli da ripristinare, nell’interesse di tutti.
La sicurezza manca, le nostre case continuano ad essere violate, e si verificano episodi criminosi sino a qualche mese fa del tutto inimmaginabili; i giovani, soprattutto i giovani, sono sfiduciati.
Altro che discriminazione... chiunque condivida questo appello si proponga, ormai il tempo a disposizione è veramente poco!
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