Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

sabato 21 maggio 2016

RISORSE ALTROVE NON DISPONIBILI

Giovedì mattina, Reggia di Caserta, sala degli specchi, per un convegno sulle proprietà nutritive e farmaceutiche della mela annurca, giovedì pomeriggio nella nostra palestra comunale, annessa alla scuola media, relatore a nome dell’associazione “Work in progress/Pietramelara” in un evento dedicato alla “giornata della famiglia”, sulle tematiche della civiltà rurale e del territorio e sugli obiettivi dell’associazione, venerdì, infine, presente all'inaugurazione della rinata Torre Normanna di Roccaromana. Come stanno insieme cose così distanti nelle problematiche affrontate? La risposta è semplice: il mimino comune denominatore è proprio il territorio, inteso come spazio fisico ove si incontrano la storia, la civiltà, l’economia e la politica.
Mi spiego meglio, una mattinata dedicata all’annurca è stata l’occasione per apprendere lo stato della ricerca su questa peculiarità straordinaria della nostra terra, la Campania settentrionale, una volta Campania Felix; parlare, invece, a ragazzi e genitori di Pietramelara si poneva l’obiettivo di comunicare gli elementi di una civiltà rurale che in passato ci ha plasmato, nel carattere e nel lavoro, e i cui effetti non si sono ancora del tutto attenuati; il suggestivo evento di inaugurazione dell’imponente torre, da sempre sotto i nostri occhi, ai vertici della collina che sovrasta Roccaromana, è stato un momento di straordinaria coesione fra comunità. Come si può capire il nucleo dell’interesse riguarda un’insieme di particolari ed elementi che si riferiscono imprescindibilmente alla nostra identità; si tratta in sostanza di tre momenti vicini si nel tempo ma, anche e soprattutto, dotati di una loro spinta coerenza interna. Essere stato presente ad ognuno di essi ha comportato il rafforzamento nel vostro blogger scribacchiante di una consapevolezza: sentirsi sempre di più cittadino di questo mondo un po’ defilato, scarso di infrastrutture e servizi, nel quale chi vi abita è costretto per lavorare ad emigrare altrove o, nella migliore delle ipotesi, a fare il pendolare. Ma, ne sono convinto, un mondo per il quale è ancora possibile fare qualcosa, prima del suo definitivo tramonto.
Autorevoli economisti sostengono che il persistere di un’economia debole nel meridione d’Italia sia dovuto in massima parte all’errore commesso della classe dirigente di aver preferito puntare in passato ad un “economia mobile” i cui i beni si possono produrre ovunque (a costi più ridotti) senza che le caratteristiche del prodotto ne risentano (industria automobilistica, degli elettrodomestici, industria chimica). A tale tipo di economia mobile si contrappone un’economia del territorio, che valorizza risorse altrove non disponibili: paesaggio, ambiente, monumenti, eccellenze agroalimentari. I beni e i servizi che ne derivano possono essere solo goffamente imitati, ma mai, in alcun modo, riprodotti altrove.
Le Fiat Panda prodotte in Polonia o in Brasile, ad esempio, sono in tutto e per tutto identiche a quelle prodotte a Pomigliano d’Arco o a Cassino, ma sicuramente costano di meno a chi le produce, inducendolo nella costante tentazione di chiudere gli impianti più costosi, con i disastrosi cali occupazionali a cui assistiamo quotidianamente. Provate invece a produrre mele annurche, mozzarella di bufala, o aglianico in un altro territorio diverso da quello di origine: collezionerete di sicuro insuccessi! Ed è facile comprenderne il motivo.
La Torre Normanna, appena rifunzionalizzata e recuperata ha sfidato i secoli, ed ad onta di cataclismi e terremoti rimarrà ancora li per tanto tempo, a disposizione del turista o di chiunque altro ne voglia fruire.
Ecco allora che la premessa di questo pezzo: sostanziale omogeneità fra i tre eventi che mi hanno visto presente, si inserisce in un quadro di progettualità politica per il futuro, che fa, ad esempio, degli amministratori di Roccaromana o degli associati a Work in progress – Pietramelara degli innovatori, persone in grado di vedere ben aldilà della punta del proprio naso. Per la sopravvivenza dei nostri territori e delle comunità che vi abitano è indispensabile tale approccio.

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