Lasciate che io brindi con voi al 2014 che arriva, carissimi miei quattro lettori! Lasciate che l’allegria ci pervada almeno per un giorno, che la speranza di un anno e di un domani migliore torni ad impossessarsi di noi. Nel corso del 2013 per troppo tempo la mala sorte, la tristezza e la depressione hanno giocato da protagoniste: basta guardarsi appena un po’ indietro, ruotando il capo di qualche grado, per vedere quali sciagure abbiano prodotto, anche nel nostro paese. Il terremoto di domenica sera ha poi rappresentato “il canto del cigno” di questo 2013.
Ma oggi “non è cosa di questo” (ho volutamente utilizzato un’espressione dialettale): bisogna essere ottimisti e guardare in avanti con coraggio e determinazione. Lo so: il divertimento è una categoria dello spirito e quindi non ci si può divertire “a comando”, solo perché termina l’anno. Ma i brutti musi, no, quelli, almeno oggi, non li voglio proprio vedere!
Amate i vostri uomini e le vostre donne, colmate di affetto i vostri figli, sono un dono di inestimabile valore; il lavoro rimanga il vostro faro, nulla è più prezioso, esso conferisce dignità a chi lo esercita e i suoi frutti danno sostentamento e benefici sociali. Tutto il resto è “inezia pura”, pulviscolo che si disperde al primo alito di vento: accumulo di patrimoni e ricchezze, visibilità sociale, carriera, tutto si dissolverà in meno di un istante. A tal proposito,scusatemi, ma a chi esercita a propri fini il potere dico: l’amore di una donna va conquistato e non comprato, facendo semmai leva su situazioni di bisogno.
Siate filosofi “del pensiero debole” quanto chi scrive: innamoratevi di un tramonto, cercate la compagnia degli amici, trascorrendo tempo con loro, anche nell’ozio, ritrovate la vostra vera identità più vera, riappropriandovi del dialetto e della cultura locale.
BUON ANNO
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