Aspetto il Natale, mi preparo al Natale, chiudo il 2013 e, con esso, un ciclo. Chi mi conosce sa che questo non è il periodo dell’anno che preferisco, tuttavia devo dire che quest’anno avverto una serenità migliore rispetto a quella dei Natali che hanno preceduto. Uno degli obiettivi che mi sono posto da sempre è la realizzazione di una rete di relazioni, sia nel campo lavorativo/professionale che in quello affettivo/familiare, e devo dire che questa, anche se paragonabile ad una tela che non finirò mai di tessere, comincia a far sentire i suoi effetti positivi.
Mi hanno proposto ed ho ottenuto ulteriori responsabilità: la cosa mi ha gratificato non poco, ma ha anche accresciuto l’onere di giornate lunghissime che cominciano al mattino col buio e finiscono a tarda sera, con altrettanto buio. Ciò ha finito per erodere il mio “tempo libero”, gli hobbyes che coltivo: la scrittura, la cura del piccolo podere e dell’orto, la socialità tutta rurale che si vive in piazza, nelle ore intorno alla sera. Ma… tant’è: l’ho voluto e me lo tengo!
Finalmente, con la Vigilia inizierà il beve periodo di riposo e di vacanza che mi sono concesso, fino alla conclusione del 2013: riposerò nella maniera che mi piace, rimanendo (a oltranza) in casa: ritroverò la mia famiglia tra le mura domestiche e uscendo insieme, cercherò la compagnia degli amici con cui sto bene. Mi piacerà dedicare un po’ di tempo a me stesso, alla salute del corpo e dello spirito. Ho delle “cosuccie” da sbrigare, di quelle considerate poco importanti ma che, trascurate a oltranza, potrebbero causare fastidi.
Nello spirito natalizio più autentico (a mio modo di vedere), rigenererò me stesso e quanto mi gira intorno.
Dopo si potrà anche ricominciare a parlare di treni in perenne ritardo, delle difficoltà e delle preoccupazioni per i figli che crescono, del servizio reso ad una utenza dell’ufficio esigente e mai contenta, di un sistema che poco considera il merito e l’impegno.
Si… ma dopo!
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