Cosa ci vuole per raggiungere Capri? Poco o nulla, veramente poco: un’ora d’auto e un’altra di aliscafo, e si è in uno dei posti più belli del pianeta! Un vero scrigno, questo, che racchiude gioielli di inenarrabile bellezza ed amenità: panorami mozzafiato, mare di un colore che cambia al cambiare della roccia che vi si riflette, località rese famose dal cinema e dallo “star sistem”, roba da VIP insomma.
Eppure chi, come me, filosofo del “pensiero debole” e spettatore disincantato della bellezza del Creato, visita Capri è alla ricerca di “altro”. Nell’estemporanea visita che l’altro ieri, insieme alle mie donne, mi sono concesso, vedevo di fiutare nell’aria qualcosa che i media, la pubblicità, le aziende di soggiorno ed il marketing territoriale sistematicamente si lasciano sfuggire.
Abbiamo meticolosamente ottemperato a tutte le visite che “si devono” fare: Grotta Azzurra, giro dell’isola con passaggio ai faraglioni, la piazzetta e le vie dello shopping, i Giardini di Augusto, la Via Krupp (solo un pezzo, però). Ma, come dicevo, sentivo una sorta di malessere derivante dalla ricerca di quel qualcosa d’altro a cui accennavo prima; non sapevo di cosa si trattasse ed il fatto mi ha anche un po’ inquietato, fino al punto di intraprendere la via del ritorno a casa. Quasi per caso, poi, non ho scelto la funicolare in discesa per il ritorno, ed ho optato per il percorso pedonale che dalla piazzetta conduce al porto, e qui è venuto il bello: un serie di vicoletti in ripida discesa, angusti e tortuosi, nei quali si respirava, tuttavia, l’aria della Capri vera, dell’isola appartenente ai capresi e a tutti gli altri, uomini illustri come l’imperatore Tiberio o il magnate germanico Ferdinand Krupp o gente comune, che l’hanno amata. Case appartenute a contadini e pescatori, con piccoli giardini antistanti, che mi parlavano di quando Capri ancora non era assurta a capitale mondiale del Jet Set, di quando si viveva ancora di piccola pesca sotto costa, o coltivando quella terra benedetta che produce vini stupendi, limoni dalla buccia spessa ed odorosa, e pomodori, logico coronamento di un’insalata “caprese”, frutti che sanno veramente di “mediterraneità concentrata”.
Quanto ho compianto coloro che si limitano, nel visitare Capri o altri luoghi, ad osservazioni dettate solo da imposizioni consumistiche e mediatiche, e senza alcuna volontà di andare un po’ più a fondo nelle cose, si limitano a percorsi stereotipati.
La bellezza non è nota e disponibile a chiunque, ma si offre a buon mercato a chi sa cercarla!
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