E’ bello lavorare in campagna sul fare dell’imbrunire, l’aria è ancora calda ma non si sente l’afa. La fatica quella si che si sente, ma va bene così! … alla fine di un’intera settimana, e dopo una giornata trascorsa nelle quotidiane routines, non cerco altro. I giorni dell’ufficio, specie in questo periodo, a bandi aperti, sono tirati al secondo, non c’è tempo da perdere: rispondere al telefono, comunicare con i superiori, ricevere utenti che si susseguono in continuazione, soddisfare le loro curiosità e richieste, rispondere a quesiti vari cercando di rendere servizi di buona qualità.
Ed allora, appena giunti a casa ci si cambia d’abito, e l’orto, e l’uliveto sono li, ad aspettare. L’ho detto e lo ripeto: la fatica fisica, per quanto intensa, è in grado di cancellare quella mentale insieme allo stress. Da quando ho capito la lezione, cerco sempre di dedicare alla campagna i miei pomeriggi e il disappunto per un qualsiasi contrattempo che me lo possa impedire è forte.
Il fondo “spitalera”, in agro del Comune di Roccaromana , da sempre appartenuto alla famiglia, è un vero e proprio spettacolo sul fare del tramonto: il sole ormai basso sull’orizzonte disegna geometrie sempre variabili insinuando i propri raggi tra le foglie; queste ultime, poi, agitate da una piacevole brezza producono una melodia che si fonde con il verso degli uccelli. Da poco lontano giunge la voce di un bufalaio che chiama per nome le proprie bestie per mungerle. Il sudore che si versa è tanto così come la sete che ne deriva, ma basta una bevuta dal pozzo e va via la sete, una volta a casa, poi, ci penserà una doccia ad eliminare anche il sudore.
Grande è l’armonia di questo angolo del Creato a quest’ora del giorno, così come grande è la soddisfazione per i frutti del proprio lavoro che vedi crescere sotto i tuoi occhi, ora dopo ora, giorno dopo giorno.
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