Vivo nella casa costruita circa cinquant’anni or sono dai miei genitori: niente lussi, molto essenziale, una buona posizione rispetto al centro del paese; nonostante ciò, al di là del muro di cinta, tanta, tanta campagna, fino a perdita d’occhio, fino alle falde della collina. Sono appena rientrato dal giardino, vi ero andato per una piccola commissione: appena varcata la soglia, con la luce ancora spenta ho alzato gli occhi al cielo e mi si è parato davanti uno spettacolo di indescrivibile bellezza, non una nube, e la volta celeste punteggiata di un numero di stelle infinito, più piccole, più grandi, più luminose, altre meno; ma le sorprese non erano finite… dopo qualche attimo, complice una leggerissima brezza, sono stato investito da una vera e propria ondata di profumo intenso ed inebriante, proveniva dall’ampia siepe di rincospermium, rampicante che ha fatto tesoro della rete di separazione con il vicino di casa per crescere ed avvilupparsi. Mi è venuta una gran voglia di sedermi sul selciato e rimanere li a guardare le stelle e respirare quell’aria leggera e profumata a pieni polmoni, dimentico di una giornata stressante e stressata, vissuta tra Caserta e Napoli, cominciata alle sei del mattino e terminata “appena” 12 ore dopo.
Il mio giardino, luogo di delizia, di riposo, di riconciliazione con il creato, di grande soddisfazione quando l’angolo dell’orto rende freschi cespi di lattuga e dolcissime fragole, ma anche luogo di fatica dura, quando viene assalito da fameliche erbacce ed allora… zappa, vanga e “olio di gomito”.
Nel cuore un sentimento di infinita gratitudine nei confronti di Loro che, con il lavoro, i sacrifici e l’attaccamento alla famiglia mi hanno permesso di godere di tanta bellezza.
Nessun commento:
Posta un commento