Che cos’è la fantasia se non un paio d’ali capaci di farci volare molto, ma molto in alto? Certo, riatterrare a volte è doloroso, specie quando la discesa e la “perdita di quota” si fanno troppo rapide, ed allora quel senso di libertà insito nel volare, si trasforma man mano in timore, e poi in terrore, di toccare il suolo con un violento impatto.
Non è tanto da filosofi “del pensiero debole” librarsi sulle ali della fantasia; costoro, infatti, realisti e disincantati come sono, preferiscono “tenere i piedi per terra”; tuttavia ritengo che la fantasia sia una delle nostre alleate più preziose: ci permette di superare momenti difficili, ci estranea da contesti permeati dall’ostilità e dal dolore, è in grado, mediante supposizioni ardite, di pervenire a risultati che, presto o tardi, vengono suffragati dalla realtà più tangibile.
La fantasia è tipica degli artisti, dei poeti, dei narratori e gran parte della nostra cultura è parto di essa. Pensate, ad esempio, cosa sarebbe stato di un uomo di nome Dante Alighieri privo di fantasia: l’oblio l’avrebbe inghiottito e divorato poco tempo dopo la sua scomparsa fisica…la fantasia lo ha consegnato alla vera immortalità.
E’ vero… da sola non serve a molto! Va contemperata con l’equilibrio, l’esperienza, la sapienza e l’intelligenza, altrimenti l’uomo dotato di essa altro non sarebbe che un venditore di frottole, più o meno piacevoli da ascoltarsi. Resta essa comunque un dono, un carisma capace di farci superare la dimensione immanente nella quale ci dimeniamo, a volte scompostamente.
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