Che io non sia tra gli "abituèes del carro dei vincitori” è universalmente noto a coloro che mi conoscono, e, d’altronde, la mia storia recente ne è la conferma. Mi sono autoimposto il silenzio ma, adesso, a bocce ferme, sento il dovere di dire la mia. Le cose vanno dette con chiarezza anche a costo di essere in aperta dissonanza con la stragrande maggioranza dei tuoi simili! Rispetto democraticamente le scelte della maggioranza dei miei connazionali, ma a questo punto bisogna dirlo con franchezza: “l’ affermazione referendaria antinucleare rischia di trasformarsi nell’autogol maggiormente autolesionistico perpetrato dall’elettorato italiano!”.
Chi doveva decidere ha deciso e, per il momento, non succederà nulla, continueremo solo ad importare energia nucleare prodotta a pochi chilometri dalle nostre frontiere, continueremo ad immettere gas serra nell’atmosfera, per l’uso sconsiderato di combustibili fossili, ma, in compenso gli “ambientalisti di maniera” saranno contenti, coloro che son pronti a rinunciare cruentamente agli attributi per fare un dispetto al Cavaliere di Arcore potranno giubilare.
Ma ciò che più mi preoccupa è il futuro, immediato o a medio termine: signori miei, lo sviluppo economico presuppone consumo di energia, ed una nazione è tanto più sviluppata quanta più energia riesce a consumare (non lo dico io ma i principi della termodinamica con matematica evidenza). E’ un dato il fatto che in Italia fonti energetiche non esistono (se prescindiamo dalla favola delle rinnovabili), e nel prossimo futuro si scatenerà sempre di più la competizione per le fonti energetiche; con il petrolio ormai agli sgoccioli, l’energia da combustibili fossili sarà sempre più inquinante in quanto, per raschiare il fondo del barile, si ricorrerà a giacimenti attualmente non sfruttati e non sfruttabili, proprio perché potenzialmente troppo inquinanti, oppure si ritornerà in qualche misura al carbone fossile, massimo produttore di gas serra.
Ad onta delle affermazioni propagandistiche ammannite all’opinione pubblica, anche la celebrata Germania, neo paladina dell’ambientalismo di maniera europeo, si terrà ben strette le proprie centrali nucleari e forse ne dovrà costruire delle altre. Non è detto poi che la Francia da cui importiamo in quantità energia nucleare, sia disposta a vendercela all’infinito, perché potrebbe darsi anche che quella prodotta non basti più a se stessa ed ai suoi acquirenti. Dal canto nostro, in Italia, anche un futuro ripensamento sarà più che tardivo, perché nel frattempo neanche alla ricerca in tal senso sarà stato dato spazio, e poi: per quale motivo condurre ricerche su innovazioni non trasferibili nella nostra realtà nazionale?
Cosa dire a termine di questo ragionamento: il popolo è sovrano e…ci mancherebbe, ma, anche se non se ne resi conto, coloro che hanno detto no al nucleare, in buona o cattiva fede, hanno operato nettamente una scelta che peserà sul futuro proprio e su quello delle future generazioni.
Rispetto la tua idea, ma non sono d'accordo. Sono assolutamente contrario al nucleare per tanti motivi
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