Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

domenica 5 agosto 2018

DOPO CINQUE ANNI

Guardavo ieri sera quei meravigliosi ragazzi e pensavo a te … gli animatori del Pietramelara Village, pieni di entusiasmo, grondanti energia e amore per il nostro paese. Quanto c’era di tuo in loro? Il messaggio che hai trasmesso si rifletteva in quei corpi di ragazzi impegnati nella baby dance, che anche senza aver quasi mai provato insieme si muovevano all’ unisono come il più collaudato dei corpi di ballo, in coloro che facevano divertire i più piccoli ai “gonfiabili”, attenti e responsabili affinché lo svago non potesse tradursi in gioco pericoloso, in quelli ai gazebo, pronti a soddisfare ogni domanda e curiosità, a donare larghi sorrisi, nella tua Tina, splendida e sorridente.
Il tuo messaggio dicevo, fatto di progettualità, smania di sperimentare cose nuove mai provate, di tolleranza anche verso di coloro che non ti potevano soffrire e non sprecavano una sola occasione per boicottarti, mettersi di traverso. Ricordo sai … dicevi: “lasciateli fare” e proseguivi per la tua strada insieme ai chi ti voleva bene, ed erano in tanti, motivati e coesi. E’ un dato di fatto … ovunque hai messo piede ti è stata tributata stima, affetto, amicizia: sul lavoro che amavi tanto, nelle attività culturali a cui tanto tenevi, nella nostra Pro Loco, che con la tua presidenza ha conosciuto un breve e felice periodo di attività, innovazioni ed impegno. Non potrò mai dimenticare le ultime amichevoli espressioni tra noi, la mattina di quella domenica in piazza, pochi giorni prima: quattro chiacchiere per commentare la Sagra che sarebbe dovuta tenersi alla fine del mese, per comunicarti pareri ed impressioni personali, che recepisti con la consueta cordialità.
Non ho voluto allora tessere le tue lodi e ricordarti da queste pagine, che già avevano preso corpo in quel tristissimo giorno in cui decidesti di lasciarci, e neppure commentare i motivi e le ragioni che ti hanno indotto a tanto, perché mi sentivo ferito e ammutolito dal dramma; e poi perché chi scrive deve avere anche la forza di aspettare, non farsi prendere la mano da un facile ritorno in termini di accessi, ascolto e gradimento delle cose scritte.
Caro Giuseppe, ti ricordo invece oggi a distanza di cinque anni, adesso che i tuoi carissimi figli sono cresciuti, che tra loro regna di nuovo la serenità (almeno in apparenza), che il dolore è stato lenito dal tempo che inesorabile scorre.
ADDIO

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