Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

sabato 20 gennaio 2018

UN CASTELLO DA RISVEGLIARE

C’è qualcosa che dorme nel nostro borgo: pochi lo immaginano, molti lo ignorano, nessuno lo conosce nella realtà! Si tratta del castello dei Monforte, distrutto e dato alle fiamme il 12 marzo 1496, giorno della presa e del sacco di Pietramelara. Qualcuno vuole si fosse trattato di un palazzetto gentilizio, più che di una dimora fortificata in senso stretto, e che, secondo la moda rinascimentale, fosse stato anche arricchito con preziose opere d’arte da Federico, allora feudatario. Doveva essere anche un mecenate costui, sensibile, colto ed appassionato di arte: pare che giunti gli aragonesi, avesse implorato in ginocchio i loro capi di risparmiare il castelletto e quanto di prezioso conteneva. Purtroppo a nulla valsero le preghiere, perché esso fu dato alle fiamme, e dopo poco crollò su se stesso, lasciando come unica vestigia in piedi la torre normanna, che ancor oggi ammiriamo per l’imponenza.
Quanto ci sia di vero non lo sappiamo, di sicuro molto però è celato ai nostri occhi; va detto anche che serpeggia fra qualche pseudo intellettuale locale una tesi “negazionista” che sostiene che un castello vero e proprio non sia mai esistito, e che tutto sommato ciò che vediamo adesso siano sostanzialmente le stesse cose esistenti al momento del sacco e delle distruzioni aragonesi. Attendibili cronache del tempo ed il persistere dell’uso del toponimo “sopra il castello” fino all’ottocento (anche nei documenti ufficiali), la smentiscono in modo categorico!
Chi si affaccia dalla torre può rendersi conto della pianta sub poligonale e dell’area allora occupata dal castello; attualmente tale area è suddivisa in tre quote: la prima pertinenziale alla torre, di proprietà comunale, la seconda e la terza di dimensioni maggiori, ma di proprietà privata. E’ evidente che avvenuto il crollo e spostata la sede della signoria nell’attuale palazzo ducale, i resti del castello furono spogliati di ogni importanza e dignità; con il tempo quindi, e profittando dell’azione contenitiva delle mura ancora in piedi, si realizzò in quel luogo una sorta di orto/giardino pensile coprendo le rovine bruciacchiate con terreno di riporto; ed è questa la “facies” che ancor oggi si osserva.
Tanto premesso il vostro blogger, notorio sognatore, evidenzia ai quattro lettori e a chi regge le sorti del nostro comune l’importanza di saperne di più, di risvegliare e riportare alla luce ciò che da ben mezzo millennio dorme dimenticato. Si parta dall’elaborazione di un progetto, dal computo delle risorse necessarie, reperite le quali si passi ad una campagna di scavi, previa acquisizione al patrimonio comunale delle aree di intervento ancora in mano privata. Il giardino è attualmente incolto e dubito che le famiglie proprietarie frappongano ostacoli alla realizzazione del progetto, anche perché trattasi di beni il cui valore venale è davvero basso. D’altronde la Pro Loco e le altre associazioni locali interessate alla problematica potrebbero anche fornire un fattivo contributo, ad esempio con uno o più campi di lavoro, sotto la direzione della Soprintendenza ai Monumenti e degli altri enti competenti. Certo, ci vorranno anni, forse decenni, ma cosa volete che siano a confronto dei cinque secoli durante i quali il castello ha dormito sepolto?

in copertina una fantasiosa ricostruzione del castello

3 commenti:

  1. Mi capita spesso di osservare il borgo, e noto la sovrapposizione di architettura. Sarebbe prezioso, attraverso uno studio professionale, ricostruire virtualmente la visione originale

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  2. Ottimo. Quattro anni fa facemmo una iniziativa con la scuola e una petizione popolare di ben 800 firme raccolte dai ragazzi. Il si intitolava “IL CASTELLO DIMENTICATO” e raccogliemmo anche foto e un progetto per un teatro tenta proprio sul sito.

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  3. https://ilcastellodimentic.wixsite.com/castello

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