Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

venerdì 7 marzo 2014

OTTO MARZO

Intorno alle sue origini esistono opinioni discordanti: secondo alcuni l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini, in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica). Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York. Ma… tant’è la ricorrenza si è radicata nell’opinione pubblica e, secondo un diffuso luogo comune, “la donna si rispetta tutti i giorni”, “non c’è bisogno di un giorno particolare per onorarla”; e invece no! Sarà per questa mia mania di essere controcorrente, ma questo giorno di inizio primavera dedicato “alle donne” (non “alla donna”, categoria generica), mi piace proprio. Sarà per l’estrema aderenza di questo periodo dell’anno in cui tutto rinasce e si ravviva, con il ruolo insostituibile (ma non unico) di autrice della vita. Sarà per il ruolo che esse hanno esercitato nel mio crescere e divenire. “Alle donne”, dicevo, non “alla donna”: la donna che ami, la compagna di vita, quelle che hai amato, quelle che no, quelle che ti hanno insegnato a vivere, quelle che ti hanno emozionato e ti hanno fatto star bene insieme a loro, anche solo per pochi minuti.
Il vostro “blogger scribacchiante” aveva già su queste pagine scritto delle donne, in occasione di questa giornata, di questa “giusta ed opportuna” festa (cfr. Donne, 7 marzo 2012), della loro complementarità rispetto all’uomo, della loro esigenza di rispetto, del loro dovere di rispettare chi sta loro accanto. Sono dell’opinione che tale rispetto debba esercitarsi in relazione a due parametri fondamentali: la diversità rispetto al sesso opposto, e la specificità di ruolo. Nessun uomo potrà mai relazionarsi in modo corretto con una donna pensandola come un proprio clone, solo più gentile nell’aspetto! Certo, tale diversità genera attrazione fisica ed emozionale, ma allo stesso tempo genera ed ha generato tensioni che assumono, a volte, caratteri di drammaticità unica, al punto di giungere a far scrivere, nei versi finali dell’opera, all’autore de “La Gatta Cenerentola” : “Ma io credo ca pe' sta' bbuono a stu munno o tutte ll'uommene avarriano 'a essere femmene o tutt''e ffemmene avarriano 'a essere uommene o nun ce avarriano 'a essere né uommene né femmene pe' ffa' tutta na vita cuieta... ...e haggio ritto bbuono!”. Non credo vi sia bisogno alcuno di tradurre.
Buon 8 marzo, donne, riflettete su voi stesse, divertitevi anche, se volete, in questo giorno, ma non rendete banale questa ricorrenza, non sciupatela volgarizzandola come fanno tante.

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