A cosa pensa oggi Pietramelara? Al caldo che si fa sentire, soprattutto nello ore pomeridiane? All’anniversario di un parroco ottuagenario, ma mai stanco?
Ai seguiti tornei organizzati da un gruppo di giovani volenterosi (a volte turbati da episodi deprecabili, specie se i protagonisti rivestono ruoli istituzionali)? Non lo so!
Ciò che a me sembra è che tutti (o quasi) siano immersi in una sorta di dormiveglia. Tale sonnolenza generale ci porta ad ignorare che il paese è ammalato grave: l’economia e l’occupazione (specie quella giovanile) sono ai minimi storici, la situazione demografica è solo in apparenza stabile, ma in realtà sorretta dai continui arrivi di immigrati, la popolazione inesorabilmente invecchia, i servizi pubblici sono solo un ricordo (trasporti pubblici, sanità, istruzione), il territorio è deturpato da mille brutture piccole e grandi, l’Ente Comunale è di fatto amministrato da un gruppo di funzionari costosi ed autoreferenziali.
Solo alcuni episodi di particolare drammaticità sono in grado di ridestare un’identità comune ed un comune sentire da tempo smarrito, dopodiché tutto torna come prima.
E’ tempo che la sveglia suoni, stridula, martellante e mal sopportata, come nelle mattine di inverno! Chi ha talenti da mettere a disposizione lo faccia, prima che sia troppo tardi, raduni attorno a se persone volenterose, tese al bene comune, al risveglio delle coscienze. Gli avvoltoi hanno ricominciato ad aggirarsi intorno al corpo agonizzante del nostro paese; bisogna spaventarli, far capire loro che il malato è sì grave… ma tutt’altro che morto, che è pronto a drizzarsi in piedi e riprendere a camminare spedito.
In tale malattia i giovani, questi sconosciuti, dovranno fare la propria parte, entrare nel gioco, farsi sentire, dire la loro, assumersi responsabilità. E’ loro dovere chiedere spazio, è nostro concederlo, magari con l’affiancamento, ma senza riserve mentali.
Assolutamente d'accordo
RispondiEliminadavvero bello
RispondiEliminaCome?... davvero bello?!!!! E poi cosa è successo?
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