Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

martedì 3 dicembre 2024

PIETRAMELARA: DA BORGO MARINARO A “CITTA’ DEI MORTI”

 

Divertente… non trovate, la storia di Pietramelara/Borgo Marinaro. Che volete, sono più portato ad assolvere che condannare; sono cose che succedono e non c’è niente di male o di illegittimo nell’usufruire di quella funzione tanto comune nei moderni PC, chiamata “copia e incolla”. Succede quando la fretta detta i tempi, e non c’è modo di riguardare il tutto prima di renderlo ufficiale. L’opposizione consiliare d’altronde fa il proprio mestiere, ed è naturale e doveroso, da parte loro, puntare e colpire ad ogni passo falso ed inciampo della controparte.
Assolvo, dicevo, in questo caso l’Amministrazione; tuttavia condanno la stessa per un motivo, a mio parere, ben più importante: lo scempio di quello che è stato per secoli il “giardino dei monaci” a San Pasquale. La storia di questo appezzamento di terreno, esteso circa tremila metri (un moggio scarso), originariamente coltivato a vigna ed orto dagli stessi frati, si perde nella notte dei tempi: adiacente alla Masseria San Pasquale, era di proprietà dei Duchi Caracciolo, che lo davano in comodato gratuito ai frati per ritrarne sostentamento e vino, destinato alla Messa e alla mensa conventuale; nel giardino si conservava fra l’altro l’ultimo pezzo di quella che era stata la “vigna dei duchi”, definitivamente estirpata negli anni trenta del XX secolo.  La memoria popolare parla di vicende alterne, il “giardino dei monaci” veniva concesso e tolto ai monaci a fasi alterne, e questo per secoli, secondo la volubile volontà dei signori di quel tempo. Negli anni settanta del secolo XX, la svolta: i Paternò, eredi dei Caracciolo, vendettero la masseria e l’annesso orto dei monaci; la nuova proprietà, memore di tali “alterne vicende”, pensò bene e finalmente di donare alla Famiglia Francescana l’appezzamento di cui si parla; vennero poi gli anni dell’abbandono del Convento da parte dei frati e le vicende che tutti conoscono. Ad opera dell’instancabile Don Roberto e alcuni suoi collaboratori, fu fondato un oratorio che aveva sede nel piano terreno del Convento e utilizzava quello che era stato il “giardino dei monaci” come spazio per attività ludiche e sportive.
Alla fine di quest’ultima esperienza, dopo qualche anno, vi è stato l’acquisto da parte dei Comune di Pietramelara dell’intero bene, in testa alla Provincia Francescana, con stipula di un atto di compravendita. L’idea alla base dell’acquisto allargare ulteriormente il cimitero, dopo decenni di allargamenti consecutivi; lo scopo, è lampante, quello di “fare cassa”, per un Ente in perenne difficoltà ed affanno, con i proventi derivanti dalla vendita dei loculi e delle zonette per le cappelle; d’altronde le numerose fosse vuote nel cimitero stanno a dimostrare che l’esigenza di allargare il cimitero si riduce ad una sorta di “artificio contabile”. Tutto qua? ... vi chiederete voi; beh, il ragionamento è più articolato: provate ad immedesimarvi nei panni di un viaggiatore che in auto, in bici o a piedi percorre la provinciale che da Riardo conduce verso Pietramelara. Il primo impatto visivo, a lavori conclusi, che avrà di fronte affrontando la curva sarà un cimitero! Bella storia questa: Pietramelara da Borgo Marinaro, nelle intenzioni dei nostri beneamati amministratori a “città dei morti”. Il nostro paese che dite di amare tanto, a mio modesto parere, non merita un così funereo biglietto da visita, cari amici dell’Amministrazione!

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