Da tempo la nostra strada dormiva sonnacchiosa;
appartiene al passato il ricordo di lunghe sere trascorse a “frischiare”, cioè
riunirsi nel vicinato nelle sere d’estate, e ragionare di cose antiche ed
attuali. Questa triste tendenza si è, per fortuna interrotta, almeno per una
sera! A via Angelone, lungo nastro d’asfalto, oggetto di qualche altro pezzo su
questo blog scribacchiato, ieri sera, 3 giugno 2024, una festa degna di essere
raccontata, descritta, recensita: la serenata che Francesco ha voluto fare a
Letizia, nell’imminenza del loro matrimonio. Un bagno di musica, allegria,
partecipazione ma anche e soprattutto il rinnovarsi di una tradizione che trova
origine tanto tempo fa.
Leggo dal web che questa bellissima usanza, legata alla cultura popolare in tantissime regioni d’Italia, specie nel Meridione si fa risalire addirittura al Medioevo, ma in realtà essa ha preso piede nel centro e nel sud d’Italia a partire dal secondo dopoguerra, quando diventò una vera occasione per riunire le famiglie, dimostrando davanti a tutto il vicinato l’impegno che lo sposo prometteva di compiere il giorno successivo all'altare, come d’altronde è avvenuto ieri sera. Il termine serenata dal latino serenus 'sereno' (riferito al cielo) e, in senso figurato 'calmo, tranquillo”, sta proprio a descrivere le espressioni dei volti dei due protagonisti: gli sposi promessi.
All’arrivo Francesco, in tarda serata, era accompagnato da un’improvvisata banda musicale, con trombe, clarini e tamburi, accanto a strumenti che connotano in pieno la nostra comune origine rurale, quali gli organetti e tammorre; le canzoni erano cantate a squarciagola, per farsi udire dalla sposa, che apriva e poi sapientemente richiudeva il balcone di casa, quasi a voler fingere un limitato gradimento di quella manifestazione e una scarsa convinzione; la scala su cui è salito Francesco era alta, ma lui, in barba a tutte le norme di sicurezza, (cfr. foto di copertina) era visibilmente animato dalla voglia di abbracciare e baciare Letizia… abbraccio e bacio coronato da un lungo applauso di tutti i presenti.
Di Francesco posso dir poco, a parte l’educazione e la compostezza, che traspaiono da ogni comportamento e contatto; mentre su Letizia, vera protagonista della serata spenderò qualche parola in più. Infermiera, nel periodo della pandemia si spese con ogni energia nel centro vaccinale allestito presso l’Ospedale di Piedimonte Matese, innamorata oltre che di Francesco, anche del suo lavoro, di forte impatto socio-sanitario; averla vista crescere dalla più tenera età mi permette di affermare che l’ affabilità e l’ empatia le mostrava sin da allora, e che il suo corso di studi pienamente coronato dal successo non è affatto casuale, anche perché quella professione richiede proprio quelle doti.
A parte la gioia, il sentimento che di più si avvertiva tra i presenti erano le emozioni profonde: la commozione della mamma Adelina, il dispiacere di noi tutti del vicinato, derivante dalla consapevolezza che a breve Letizia andrà a vivere altrove, insieme al suo Francesco, e con la Benedizione del Signore, insieme ai bambini che la coppia vorrà. Mille anni di felicità, cari ragazzi, avete fatto vivere a noi tutti una serata in allegria.
Leggo dal web che questa bellissima usanza, legata alla cultura popolare in tantissime regioni d’Italia, specie nel Meridione si fa risalire addirittura al Medioevo, ma in realtà essa ha preso piede nel centro e nel sud d’Italia a partire dal secondo dopoguerra, quando diventò una vera occasione per riunire le famiglie, dimostrando davanti a tutto il vicinato l’impegno che lo sposo prometteva di compiere il giorno successivo all'altare, come d’altronde è avvenuto ieri sera. Il termine serenata dal latino serenus 'sereno' (riferito al cielo) e, in senso figurato 'calmo, tranquillo”, sta proprio a descrivere le espressioni dei volti dei due protagonisti: gli sposi promessi.
All’arrivo Francesco, in tarda serata, era accompagnato da un’improvvisata banda musicale, con trombe, clarini e tamburi, accanto a strumenti che connotano in pieno la nostra comune origine rurale, quali gli organetti e tammorre; le canzoni erano cantate a squarciagola, per farsi udire dalla sposa, che apriva e poi sapientemente richiudeva il balcone di casa, quasi a voler fingere un limitato gradimento di quella manifestazione e una scarsa convinzione; la scala su cui è salito Francesco era alta, ma lui, in barba a tutte le norme di sicurezza, (cfr. foto di copertina) era visibilmente animato dalla voglia di abbracciare e baciare Letizia… abbraccio e bacio coronato da un lungo applauso di tutti i presenti.
Di Francesco posso dir poco, a parte l’educazione e la compostezza, che traspaiono da ogni comportamento e contatto; mentre su Letizia, vera protagonista della serata spenderò qualche parola in più. Infermiera, nel periodo della pandemia si spese con ogni energia nel centro vaccinale allestito presso l’Ospedale di Piedimonte Matese, innamorata oltre che di Francesco, anche del suo lavoro, di forte impatto socio-sanitario; averla vista crescere dalla più tenera età mi permette di affermare che l’ affabilità e l’ empatia le mostrava sin da allora, e che il suo corso di studi pienamente coronato dal successo non è affatto casuale, anche perché quella professione richiede proprio quelle doti.
A parte la gioia, il sentimento che di più si avvertiva tra i presenti erano le emozioni profonde: la commozione della mamma Adelina, il dispiacere di noi tutti del vicinato, derivante dalla consapevolezza che a breve Letizia andrà a vivere altrove, insieme al suo Francesco, e con la Benedizione del Signore, insieme ai bambini che la coppia vorrà. Mille anni di felicità, cari ragazzi, avete fatto vivere a noi tutti una serata in allegria.
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