Che doveva trattarsi di
un evento musicale fuori dal comune era chiaro ancor prima che cominciasse; avevo
già ascoltato Antonello Venditti dal vivo, ero ragazzo; non avevo tuttavia mai
partecipato ad un concerto di De Gregori, quandanche lo ritenessi un artista
capace di suscitare profonde emozioni con la sua musica. Averli potuti
ascoltare insieme, in un duo fantastico, ieri sera presso il Real Sito di
Carditello: è stata un’esperienza a dir poco entusiasmante, senza alcuna
esagerazione!
I due cantautori, ad onta dell’età di entrambi, abbondantemente oltre la settantina, hanno dato prova di una capacità nell’intrattenere il pubblico numerosissimo, a dir poco “stratosferica”. Si è cominciato con “Bomba o non bomba” del 1978, un’apertura concessa da Antonello all’amico/eterno rivale Francesco; si trattava di un brano ultra famoso tratto dall’LP “Sotto il segno dei pesci”, che confermò Antonello come cantautore di storie e ballate popolari. Sono stati sciorinati in seguito e per ben oltre due ore gli innumerevoli successi di entrambi, con il pubblico che conosceva a memoria i testi e cantava insieme a loro due.
De Gregori, nonostante l’evidente turbamento per il lutto profondo che lo ha colpito di recente, ha dato comunque il meglio di se stesso, ed è stato emozionante l’allusione all’amata moglie in “Buonanotte fiorellino”, cantata fra i bis concessi, con l’invito del cantautore a ballarla a tempo di walzer rivolto a tutte le coppie presenti.
Ciò che mi ha più meravigliato è stato il coinvolgimento di giovani e giovanissimi, di sicuro ancora non nati all’epoca dell’uscita di quelle canzoni destinate alla storia della musica italiana: ripetevano e cantavano anch’essi a memoria. Qualcuno tra il pubblico che attendeva il concerto ebbe ad esprimere un concetto condivisibilissimo: “Abbiamo già dimenticato il pezzo vincitore del Sanremo 2023, ricordiamo tuttavia benissimo le canzoni di questi due, nonostante sia trascorso più di mezzo secolo dalla loro uscita.”
Semplicemente incantevole la location del concerto: la Reggia di Carditello, nella penombra della sera mostrava ancor di più la sua struggente bellezza, nonostante l’abbandono subito per almeno un trentennio; il gioiellino dell’architettura neoclassica, progettato dal Collecini, allievo di Vanvitelli, sembrava fatto apposta per accogliere e rendere ancor più suggestivi gli eventi che vi vengono e vi verranno (spero) organizzati in futuro. Buona ed efficiente l’organizzazione del Carditello Festival, di cui il concerto di ieri sera è stato l’evento clou.
I due cantautori, ad onta dell’età di entrambi, abbondantemente oltre la settantina, hanno dato prova di una capacità nell’intrattenere il pubblico numerosissimo, a dir poco “stratosferica”. Si è cominciato con “Bomba o non bomba” del 1978, un’apertura concessa da Antonello all’amico/eterno rivale Francesco; si trattava di un brano ultra famoso tratto dall’LP “Sotto il segno dei pesci”, che confermò Antonello come cantautore di storie e ballate popolari. Sono stati sciorinati in seguito e per ben oltre due ore gli innumerevoli successi di entrambi, con il pubblico che conosceva a memoria i testi e cantava insieme a loro due.
De Gregori, nonostante l’evidente turbamento per il lutto profondo che lo ha colpito di recente, ha dato comunque il meglio di se stesso, ed è stato emozionante l’allusione all’amata moglie in “Buonanotte fiorellino”, cantata fra i bis concessi, con l’invito del cantautore a ballarla a tempo di walzer rivolto a tutte le coppie presenti.
Ciò che mi ha più meravigliato è stato il coinvolgimento di giovani e giovanissimi, di sicuro ancora non nati all’epoca dell’uscita di quelle canzoni destinate alla storia della musica italiana: ripetevano e cantavano anch’essi a memoria. Qualcuno tra il pubblico che attendeva il concerto ebbe ad esprimere un concetto condivisibilissimo: “Abbiamo già dimenticato il pezzo vincitore del Sanremo 2023, ricordiamo tuttavia benissimo le canzoni di questi due, nonostante sia trascorso più di mezzo secolo dalla loro uscita.”
Semplicemente incantevole la location del concerto: la Reggia di Carditello, nella penombra della sera mostrava ancor di più la sua struggente bellezza, nonostante l’abbandono subito per almeno un trentennio; il gioiellino dell’architettura neoclassica, progettato dal Collecini, allievo di Vanvitelli, sembrava fatto apposta per accogliere e rendere ancor più suggestivi gli eventi che vi vengono e vi verranno (spero) organizzati in futuro. Buona ed efficiente l’organizzazione del Carditello Festival, di cui il concerto di ieri sera è stato l’evento clou.