La piazza, quella per antonomasia, piazza San Rocco per intenderci, luogo di scambio, di incontro, di mercato, di tempo libero, da quanto tempo riveste queste sue molteplici funzioni e… quando ha assunto l’aspetto in cui la vediamo? Andiamo con ordine: dai documenti storici che ho potuto consultare direi che, dal momento stesso in cui è iniziata l’espansione urbana “extra moenia” del nostro paese (fine XV secolo), qualcuno dovette pensare ad uno spazio in grado assolvere alle funzioni che ho citato in apertura.
Strana la pianta della nostra piazza, a forma di una L maiuscola coricata (vedi foto di copertina): ritengo che essa sia stata dapprima realizzata nella originaria parte A, evidenziata in rosso (700 mq ca), e dopo ampliata alla parte B (2.700 mq ca), evidenziata in azzurro. Da cosa scaturisce tale impressione? Basta guardare a terra per accorgersi che la pavimentazione in basoli è differente: basalto per quelli della zona A, calcare per la B; se ne deduce che la pavimentazione basaltica sia contemporanea e in continuazione con quella di Via Roma, già Via Palazzo, probabilmente sei/settecentesca.
Cosa dovette indurre l’espansione della piazza? ... e a quando risale? Naturalmente restiamo nel campo delle ipotesi da confermare: ho fatto un giro, guardando a terra i battenti dei portoni e in alto le chiavi di arco, che in genere recano una data, e la ricerca è stata infruttuosa, fatta eccezione per il palazzo che un tempo ospitava la caserma dei Carabinieri, nel cui battente viene riportato l’anno 1892, poco dopo l’unità nazionale. L’esigenza di allargare la piazza dovette nascere da più di un motivo, il crescere del mercato domenicale, il dover accogliere uffici che il nuovo ordine amministrativo post unitario aveva portato in paese, e soprattutto dover destinare nuove aree alla costruzione di palazzi per le famiglie nobili e borghesi che non volevano più dimorare all’interno del borgo. Il terreno espropriato apparteneva alla Famiglia Baronale Sanniti, proprietaria di un vasto appezzamento che si estendeva dai margini dei Giardini Pomaro fino all’attuale piazza; non vi sono evidenze documentali che permettano di accertare l’eventuale demolizione di un palazzo a confine fra le due aree A e B. L’intervenuta esigenza espropriativa da parte del comune, a parere di chi scrive, conferma la datazione post unitaria dell’allargamento, in quanto l’istituto giuridico dell’esproprio non era presente nell’ordinamento borbonico, e solo nel 1854, verso la fine della dinastia, fu varata una proposta in merito, peraltro mai convertita in legge.
Quale la storia “recente” della nostra piazza? L’alberatura originariamente di robinia (robinia pseudoacacia), come da vecchie foto, fu sostituita in epoca fascista con una di leccio (quercus ilex). Il grande pozzo in pietra, veramente monumentale, principale fonte di approvvigionamento idrico per larghe fasce della popolazione, posto nei pressi del Monumento ai Caduti, fu eliminato negli anni ‘50, in concomitanza con l’allacciamento delle nostre case all'acquedotto del Torano. Risale a metà anni ’70, poi, la risistemazione con pavimentazione in betonelle, e spostamento del Monumento ai Caduti nell'attuale posizione; in origine, infatti, era sito al centro di un’aiuola circolare all’altezza del Bar De Nuccio, contemporaneamente a tale intervento fu eliminato il distributore di benzina di Biasio Leone (Shell? …forse); risale, infine, a poco più di un decennio l’attuale pavimentazione in cubetti di porfido.
L’affetto che ognuno di noi (dai capelli grigi) nutre per questo luogo è forte, e questo blog scribacchiato già se ne è occupato (https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2011/04/piazza-san-rocco.html): la speranza è che tali brevi note contribuiscano alla sua ripresa.
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