Carissimo,
l’ora è imminente ormai, manca poco e la sveglia suonerà, stridula e perentoria: la Messa di buon mattino, la raccolta ai piedi della scala di San Rocco, la Croce bene in vista e… via si parte per quel cammino che tanti altri prima di te hanno percorso. La strada, lunga ed insidiosa, il sole che scotta il viso e a volte la pioggia battente, la stanchezza, qualche vescicola ai piedi: saranno questi i tuoi compagni per oltre ventiquattro lunghe ore. Già altre volte ho scribacchiato di Castelpetroso e del Pellegrinaggio, ormai ben ultracentenario, e mai -e neppure ora lo farò- sono voluto entrare nelle motivazioni che spingono tutti quelli come te ad affrontare questa singolare esperienza: non è affar mio, è questione privata, etica e morale, pertanto confinata in quella sfera in cui nessuno, tantomeno un blogger di paese, può entrare a piacimento.
Non ho mai provato in gioventù l’esperienza che ti accingi a ripetere, ne penso di farla adesso, in età matura, tuttavia devo dire che ti ammiro, così come ho ammirato ogni altro tuo compagno di cammino e sono legato alla memoria di quanti si sono sempre impegnati a promuovere il pellegrinaggio, farlo sopravvivere in momenti bui e renderlo dignitoso e sicuro, anno per anno. Come potrei dimenticare le mitiche figure di zi Salvatore, di Rocco, di Giovannino e di tanti altri, uomini e donne per i quali i due/tre giorni dedicati all’Addolorata ed al Santuario, rappresentavano una parentesi fissa nell’anno, in cui ogni attività agricola, commerciale o di altro tipo veniva interrotta; un impegno inderogabile a cui tener fede. Che dire poi di coloro, e non sono pochi, che ritornano in paese da altri luoghi d’Italia, dalla Svizzera o dagli U.S.A. “p’ ì a truvà a Maronna” (per andare a far visita alla Madonna, n.d.r.)?
Chi si metterà in cammino domattina, come te, perpetuerà una tradizione che difficilmente sarà offuscata dall’avanzare della modernità, anzi, devo dire di più: non solo non si avvertono segni di crisi, ma è sempre più frequente il caso di uomini, donne, famiglie e gruppi provenienti da fuori Pietramelara che con gioia si uniscono a voi; inoltre il ricambio generazionale non è assolutamente un problema e già dall’adolescenza c’è chi inizia ad intraprendere questa esperienza che, con ogni probabilità, ripeterà di anno in anno.
In te e nei tuoi compagni si legge con chiarezza l’impronta di quella civiltà contadina, fine ottocento-inizi novecento, a cui dobbiamo tanto in termini di identità; ho sempre sentito parlare della catena di solidarietà tra te e i tuoi compagni di cammino, essa costituirà occasione per cementare amicizie e per approfondire conoscenze nella difficoltà, perché è nella difficoltà che emerge il lato vero delle persone; i canti gioiosi , gli inni a Maria, in dialetto ed in lingua, la dicono lunga sulla genesi di questo fatto Piatramelarese che tante altre realtà, esterne alla nostra, ammirano ed, a volte, additano con un pizzico di invidia.
Buon viaggio, amico mio, il pellegrinaggio ti faccia ritrovare te stesso, se ti senti smarrito a causa della vita che conduci, ed aumenti la tua Fede. Prega se puoi anche per il tuo blogger scribacchiante.
tuo aff.mo francesco
Quanti ricordi quando ero bambina. Mia Mamma tutti gli anni lo faceva.
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