Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

sabato 6 dicembre 2025

CIAO CAPELLONE

 


E così è andato via anche il caro Enzo, simbolo, forse ultimo, di quella bella gioventù pietramelarese vissuta fra gli anni settanta e ottanta. Era quella la Pietramelara con la gioventù che tutti invidiavano nei paesi limitrofi, con i ragazzi e le ragazze belle ed eleganti … ed Enzo con il suo modo di fare, guascone ed irriverente, divenne un punto di riferimento ammirato da noi tutti. “Ju capellone”, era il soprannome che si portava addosso, con un pizzico di vanità per quella sua chioma che arrivava a sfiorare le spalle. Il lavoro che si era scelto, quello del camionista, in linea con i caratteri che ho delineato, lo rese una sorta di “marinaio dell’asfalto”, con le relative implicazioni e le sfaccettature tipiche. Chi di noi non ha invidiato le donne bellissime che ha frequentato, le sue moto, le sue auto veloci? Ma oltre quel modo di essere e di agire, un cuore veramente grande e generoso!
Un’infanzia, la sua, caratterizzata dalla perdita prematura del padre, perito in un incidente, poi la gioventù, accanto alla mamma Bettinella, sempre preoccupata e in ansia per quel suo unico figlio; sopravvenuta la maturità il cambio dell’occupazione: abbandono della cabina di guida per un lavoro tranquillo, da impiegato pubblico… e anche in tale circostanza Enzo seppe conquistare la stima dei colleghi e dei superiori. Infine la pensione e la malattia; quest’ultima lo ha allontanato dai luoghi che amava frequentare, ma in tanti, come me, a vedere quella panchina al sole su cui soleva trattenersi, ormai vuota da qualche tempo, presagivano che di li a poco la nostra ciarliera Pietramelara si sarebbe privata di un’importante tessera del suo variopinto mosaico.
Un saluto a te caro Enzo, ed un abbraccio di conforto a Maria ed ai tuoi figli.
Francesco

mercoledì 3 dicembre 2025

ZAMPOGNARI

 

L’intervista a questi due giovani (allora) uomini (nella foto di copertina), causò uno strappo fra il sottoscritto e la direzione del giornale per il quale scrivevo… mi dissero che i miei articoli interessavano poco i lettori, la linea editoriale era orientata alla cronaca nera e agli scandali della mala politica, e che dovevo farmi da parte. Me l’aspettavo… e l’articolo non uscì; cominciò a balenare proprio allora l’idea di scrivere (o scribacchiare) per me; idea che si concretizzò qualche tempo dopo, quando cominciai a comporre le pagine del blog che state leggendo.
Per fortuna conservo religiosamente i miei archivi e adesso, a distanza di tanto tempo posso riproporvi questo scritto che ha segnato per me un punto di svolta, riferito ad una tradizione natalizia molto suggestiva: gli zampognari.
“In un Natale sempre più mercificato e commerciale, assumono particolare importanza le cose e le persone in grado di far rivivere un passato, neppure troppo lontano, fatto di tradizioni e valori autentici. Gli zampognari, scomparsi da qualche decennio dalla nostre strade nel periodo natalizio, sono tornati per far rivivere simpaticamente quella tradizione, ed a custodirla dall’oblio; sono due abitanti della frazione Santa Croce, due amici di infanzia, che, evidentemente, avendo avvertito troppo la nostalgia, hanno pensato di far qualcosa in prima persona. Si tratta di Giuseppe Lombardo e Pietro De Fusco (oggi il primo richiesto artigiano il secondo ristoratore, ndr), che sentiti nel corso di un’esibizione, hanno affermato: “Abbiamo iniziato quasi per gioco, ma in poco tempo la passione per la zampogna e la ciaramella, ci ha cominciato a coinvolgere sempre di più. Le prime nozioni di musica le abbiamo apprese a scuola; abbiamo rispolverato questi rudimenti e da autodidatti abbiamo cominciato ad improvvisare. In seguito abbiamo conosciuto Enzo Maniscalco, maestro accordatore di Castelnuovo, frazione di Scapoli, capitale della zampogna e degli zampognari. Questo personaggio, oggi purtroppo invalido, ci ha comunicato tutto un mondo fatto di ricordi, tradizioni ma soprattutto di saperi antichi relativi a questi strumenti, simboli di una civiltà rurale purtroppo estinta. Da qualche tempo ci esibiamo nell’Alto Casertano, e ovunque ce lo chiedano; quest’anno abbiamo animato il presepe vivente di Roccaromana; il nostro repertorio si rifà alla tradizione degli zampognari dell’Appennino: pezzi forti la “Novena dell’Immacolata”, la “Novena di Natale”, “Tu scendi dalle stelle” appositamente riarrangiata, la voce è quella di Giuseppe”