Il 21 dicembre del 475
avanti Cristo, da un gruppo di esuli greci nasceva Neapolis, la città nuova…
lunga vita alla città più bella del mondo. Sono trascorsi ben 2500 anni, 25
secoli di storia travagliata per una città, una terra ricca di storia e
tradizioni, che domina l’omonimo golfo ed è circondata da luoghi meravigliosi
quali il Vesuvio, la penisola Sorrentina, le isole di Capri, Ischia e Procida e
i Campi Flegrei.
Nata dunque nel giorno del solstizio d’inverno, non è un caso che gli antichi, come segno di buon auspicio, avevano infatti l’usanza di porre la prima pietra di una nuova città sempre in concomitanza dei fenomeni astrali.
Neapolis, fondata dai greci, è legata alla leggenda della Sirena Partenope, narrata da Omero nel XII canto dell’Odissea. La storia narra di tre sirene (Leucosia, Ligea e Partenope) che scelsero di morire per la delusione di non essere riuscite a fermare il marinaio Ulisse, pur estasiato dal loro canto; il corpo che il mare depose sul lido dì Megaride, lì dove oggi si trova Castel dell’Ovo, fu quello della sirena Partenope. Da qui il nome della città. Fin dalla sua fondazione, la città di Napoli è stata punto di incontro di popoli e culture diverse. Fu conquistata e abitata da Greci, Sanniti, Romani, Bizantini. Nel Medioevo si avvicendarono al potere i Normanni gli Svevi e gli Angioini; nel Rinascimento gli Aragonesi, autori del sacco della nostra cittadina, e del conseguente cruentissimo eccidio, dai viceré Spagnoli e, più di recente, dai Borboni.
La grandezza della città, oltre che nella sua millenaria storia e nelle sue bellezze, risiede nel popolo che la abita… ha dato i natali a grandi pensatori, uomini di scienza e di Chiesa (talvolta santificati). La città si riconosce ancora in un “comune sentire”, come ad esempio nella fede per San Gennaro e l’aspettativa del ricorrente miracolo, nella fede laica per Diego Maradona (cfr. foto di copertina), che ha dato lustro allo sport cittadino; non ritengo che avvenga altrettanto in altre città italiane anche più importanti e popolose!
Poi vi sono tra le sue vie storie di gente comune che per vocazione si mettono a disposizione degli altri, come nel caso di C1R0, un anonimo barbiere che, chiusa la bottega, di sera e di notte esce armato di pettine e forbici per le strade della città frequentate dai senza fissa dimora, li fa accomodare su un sedile di fortuna e gli taglia i capelli e/o gli aggiusta la barba. Gira nascosto dietro un cappuccio per non rivelare la sua identità, perché racconta “Non voglio che nessuno pensi che lo faccia per pubblicità”.
Per chi scrive Napoli è stata la città da conoscere, strada per strada, palazzo per palazzo, sbriciando nei bassi, per rendersi conto di forme di vita misere ma consapevoli, ai tempi dell’università, quella Federico II che tanti onori le conferisce. Certo a Napoli non mancano le negatività, e chi può negarlo, sono sotto gli occhi di chiunque, anche grazie a media che non perdono occasione per metterle in risalto. Ma… tra la bianca e la nera, senz’altro un universo da conoscere.
Nata dunque nel giorno del solstizio d’inverno, non è un caso che gli antichi, come segno di buon auspicio, avevano infatti l’usanza di porre la prima pietra di una nuova città sempre in concomitanza dei fenomeni astrali.
Neapolis, fondata dai greci, è legata alla leggenda della Sirena Partenope, narrata da Omero nel XII canto dell’Odissea. La storia narra di tre sirene (Leucosia, Ligea e Partenope) che scelsero di morire per la delusione di non essere riuscite a fermare il marinaio Ulisse, pur estasiato dal loro canto; il corpo che il mare depose sul lido dì Megaride, lì dove oggi si trova Castel dell’Ovo, fu quello della sirena Partenope. Da qui il nome della città. Fin dalla sua fondazione, la città di Napoli è stata punto di incontro di popoli e culture diverse. Fu conquistata e abitata da Greci, Sanniti, Romani, Bizantini. Nel Medioevo si avvicendarono al potere i Normanni gli Svevi e gli Angioini; nel Rinascimento gli Aragonesi, autori del sacco della nostra cittadina, e del conseguente cruentissimo eccidio, dai viceré Spagnoli e, più di recente, dai Borboni.
La grandezza della città, oltre che nella sua millenaria storia e nelle sue bellezze, risiede nel popolo che la abita… ha dato i natali a grandi pensatori, uomini di scienza e di Chiesa (talvolta santificati). La città si riconosce ancora in un “comune sentire”, come ad esempio nella fede per San Gennaro e l’aspettativa del ricorrente miracolo, nella fede laica per Diego Maradona (cfr. foto di copertina), che ha dato lustro allo sport cittadino; non ritengo che avvenga altrettanto in altre città italiane anche più importanti e popolose!
Poi vi sono tra le sue vie storie di gente comune che per vocazione si mettono a disposizione degli altri, come nel caso di C1R0, un anonimo barbiere che, chiusa la bottega, di sera e di notte esce armato di pettine e forbici per le strade della città frequentate dai senza fissa dimora, li fa accomodare su un sedile di fortuna e gli taglia i capelli e/o gli aggiusta la barba. Gira nascosto dietro un cappuccio per non rivelare la sua identità, perché racconta “Non voglio che nessuno pensi che lo faccia per pubblicità”.
Per chi scrive Napoli è stata la città da conoscere, strada per strada, palazzo per palazzo, sbriciando nei bassi, per rendersi conto di forme di vita misere ma consapevoli, ai tempi dell’università, quella Federico II che tanti onori le conferisce. Certo a Napoli non mancano le negatività, e chi può negarlo, sono sotto gli occhi di chiunque, anche grazie a media che non perdono occasione per metterle in risalto. Ma… tra la bianca e la nera, senz’altro un universo da conoscere.
Buon
Compleanno Napoli!
Nessun commento:
Posta un commento