Una questione anima il dibattito politico amministrativo locale, sopito all’indomani delle elezioni del 2017, e rianimatosi appunto nella tarda primavera di quest’anno. Si tratta dell’istallazione dell’antenna Wind con tecnologia 5G. E’ dell’ultim’ora la notizia che il TAR della Campania, abbia ritenuto legittima l’istallazione.
Ritenuto opportuno intervenire nel dibattito in corso, ho cercato di approfondire la mia conoscenza del problema; non ritengo pertinente a questo blog scribacchiato addentrarsi nella “vexata quaestio” riguardo ai presunti tatticismi giuridico/amministrativi, di cui viene accusato sindaco e maggioranza dall’opposizione consiliare e dal comitato formatosi per impedire l’istallazione. Piuttosto il vostro blogger ha ritenuto opportuno andare al merito della cosa, ponendomi la domanda: ma quest’antenna 5G, che va ad impiantarsi, appena a ridosso del perimetro urbano, è pericolosa oppure no? … e se lo è, in cosa consiste il pericolo a cui sono esposti coloro che vivono all’ombra dell’antenna?
Interrogato il web, tra i vari contributi rinvenuti ho ritenuto di riportare in sintesi un interessante e recente articolo/dossier sulla rivista “Altroconsumo”, datato 20 luglio 2020, a firma di Stefania Villa (https://www.altroconsumo.it/hi-tech/smartphone/speciali/5g-salute#), dal titolo: “5G: che cos’è e perché non c'è da allarmarsi”.
Data la storia della testata, controllata da una delle più importanti associazioni di difesa dei consumatori, non ritengo assolutamente che si possa parlare di informazione pilotata. Riporto i passi salienti: “Con il termine 5G si indicano tecnologie e standard di nuova generazione per la comunicazione mobile. (…) Una delle caratteristiche principali di questa rete è, infatti, proprio quella di permettere molte più connessioni in contemporanea, con alta velocità e tempi di risposta molto rapidi. (…) Il fatto che gran parte del lavoro, nelle reti 5G, sia fatto dal sistema di antenne e non dall'hardware dello smartphone, potrebbe anche comportare un notevole risparmio energetico, con una maggiore durata delle batterie dei device”. Ma veniamo al punto: quali sono i pericoli derivanti dalla sua diffusione? Continua l’articolista: “Nonostante il panico scatenatosi intorno al 5G (si teme sarà causa di varie malattie, ad esempio tumori), al momento non ci sono dati che permettono di escludere o confermare che questa nuova tecnologia abbia effetti dannosi per la salute o meno (non ci sono risposte chiare e definitive neanche sulle tecnologie precedenti, figuriamoci sul 5G che è ancora agli albori). (...) Quello che sappiamo fino ad ora, però, rassicura più che allarmare: il 5G viaggerà sì su frequenze più elevate rispetto a 2G, 3G e 4G (e questo è uno degli elementi che spaventa), ma la rete di antenne, in realtà, utilizzerà segnali dotati di potenza inferiore (...) Con una rete di questo genere, per la capillarità delle antenne del 5G, l’intensità dei segnali necessari e le frequenze utilizzate, viene da pensare a un’esposizione limitata e dagli effetti negativi paragonabili o addirittura inferiori a quelli derivanti dall’uso di tecnologie precedenti”. Nella parte conclusiva dell’articolo si riporta la posizione assunta sul 5G da un’importante agenzia medica internazionale: “Lo Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) sulla base di queste analisi, ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come cancerogeni di gruppo 2B, ovvero come "possibilmente cancerogeni": è il livello più basso di rischio, usato quando ci sono prove limitate”.
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