Maggio ci lascia, e questo è sicuro, anzi matematico ma… insieme ad esso ci lascia anche la grande paura che ha caratterizzato questi mesi? Direi di si, forse anche troppo! Il conto alla rovescia iniziato lo scorso 4 maggio, sta per terminare definitivamente, forse il prossimo mercoledì 3 giugno con la definitiva liberalizzazione dei flussi.
La nostra comunità può ritenersi, a buona ragione, fortunata da questo punto di vista, uno o due casi in paese, non di più: un’incidenza sulla popolazione pari a molto meno dell’uno per mille. Bene … ce ne rallegriamo, così come siamo lieti per come siano andate le cose per i due coniugi colpiti, dimessi entrambi e attualmente in buona salute.
La paura, dicevamo, uno dei migliori sistemi escogitati dalla natura per difenderci dalle insidie che quotidianamente la vita ci propina; questo sentimento pare ormai così lontano da noi da renderci di fatto indifesi di fronte alla minaccia, più volte paventata sui media dagli esperti, di un ritorno in forze del contagio. No … non voglio essere ne menagramo, ne profeta di sventure, ma se nel pomeriggio si passa dalle parti dell’area mercato ci si deve render conto che le regole, quelle che hanno permesso a noialtri di non dover fare i conti con la pandemia, sono state dimenticate o addirittura vengono volutamente ignorate. I giovani, si sa, hanno una naturale tendenza ad aggregarsi ed è giusto che, in tempi normali, sia così; tuttavia dovrebbe crescere in loro il senso della responsabilità verso la comunità di cui fanno parte, specie verso le categorie che sono a maggior rischio, perche nei “tempi normali” non siamo ancora ritornati. L’emergenza COVID 19, è tutt’altro che terminata, anche se ragioni di opportunità, insieme al buon andamento dei contagi, hanno indotto un allentamento delle restrizioni. Dal mondo pervengono moniti che bisogna non ignorare: la Svezia che scientemente non aveva voluto imporre alla popolazione misure restrittive, nell’ultima settimana, secondo il Financial Times, è diventata il paese europeo col più alto tasso di mortalità, cioè il numero dei morti in rapporto alla popolazione, a causa della pandemia da coronavirus. In Corea del Sud che il 6 maggio scorso aveva eliminato le restrizioni, perché l'epidemia sembrava sotto controllo, si è avuto un nuovo focolaio in una fabbrica alle porte della capitale che ha fatto registrare 69 nuovi casi collegati a 3600 persone, ed altri esempi si possono citare.
Cari giovani pietramelaresi, siete il nostro orgoglio, la nostra posta nella scommessa con il futuro, che non vogliamo perdere. Il vostro blogger scribacchiante, che è anche padre di due giovani donne, vi invita ad auto imporvi un sistema di regole, anche a dispetto delle attuali liberalizzazioni, ciò costituirebbe un’ottima assicurazione in futuro per tale tipo di rischio.
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