Nato un cinquantennio fa da una “costola” dell’omologo matesino, il Liceo Scientifico Statale “Leonardo da Vinci”, ha rappresentato e rappresenta un’istituzione culturale di elevato spessore per l’intero territorio dell’Alto Casertano. Chi scrive fa parte del nutrito gruppo di ex allievi iscrittosi nei primi anni 70: l’autonomia scolastica era stata appena conquistata, e pertanto ci si era affrancati da quella sudditanza (anche solo psicologica) con Piedimonte Matese. L’appartamento nel condominio di Via Napoli non bastava più, e allora ci fu il trasferimento nello stabile di un albergo dismesso, sulla stessa via, a ridosso di una stazione di servizio, infine dopo circa un ventennio la sede attuale, definitiva, ariosa e congrua alle funzioni didattiche.
Dicevo dell’importanza assunta da questa scuola nell’intero Alto Casertano: gli allievi pervenivano un po’ dappertutto, anche se alcuni comuni come Pietramelara e Sparanise, più popolosi, facevano la parte del leone; ma erano altresì degnamente rappresentati la stessa Vairano, Marzano Appio, Calvi Risorta, Pietravairano ed altri.
Reputo fondamentale il contributo del nostro liceo alla formazione di una classe dirigente locale, impostasi nel tempo grazie ad una solida preparazione umana e culturale, che ha reso agevole il successivo percorso universitario. Medici, ingegneri, avvocati, brillanti funzionari e dirigenti nelle pubbliche amministrazioni sono stati il prodotto di una mentalità, di un metodo di studio collaudato che non ha tardato ad imporsi in tutta la sua positività. Anche coloro che hanno mantenuto magari un profilo più basso, impiegati e casalinghe, hanno conservato in se il tratto distintivo derivante da quella formazione sana e disciplinata, in grado di coniugare ad un tempo una civiltà rurale già allora al tramonto, con le sfide di una modernità che faceva sentire le sue spinte in modo sempre più impellente.
Scegliere il Da Vinci non è mai stato un ripiego, al contrario, si è trattato sempre di una scelta consapevole, in direzione di quel collaudato metodo e nel contesto di un territorio che ha voluto crescere culturalmente e socialmente, astraendosi da quelle negatività che purtroppo negli ultimi anni hanno caratterizzato la nostra provincia, mediaticamente passata da “terra di lavoro” a “terra dei fuochi” (…e può bastare!). E’ vero, il nostro liceo è stato tacciato anche di provincialismo, ma quanto è servito anche il provincialismo a tener lontane le negatività tipiche di parallele realtà cittadine e metropolitane? Lascio a voi il giudizio.
Protagonisti di questa scuola sono stati i presidi e i docenti che, storicamente, ne hanno retto le sorti, insieme alla grande schiera di studenti che con motivazione, impegno e spirito di sacrificio hanno condiviso il percorso.
Si celebrerà il prossimo sabato il cinquantenario della nostra scuola, sarà sicuramente una festa bellissima, percorsa forse da una sottile vena di nostalgia: si rincontreranno persone che non si vedevano da decenni, si abbracceranno sorridendo delle mille disavventure grandi e piccole vissute tra le mura scolastiche, ricorderanno i loro professori, specialmente i tanti che non sono più in vita. A loro la gratitudine per la generosità, la motivazione, la professionalità che mettevano nelle lezioni, ma anche per qualche rimprovero particolarmente forte e severo, in grado di correggere sul nascere eventuali deviazioni.
Francesco, blogger ed ex allievo
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