Mancano appena sessanta giorni al consueto appuntamento che da più di quarant’anni coinvolge una parte del nostro territorio, il borgo, e un gran numero di persone: parlo della Sagra al Borgo, ennesima edizione; chi dice che sono quaranta gli anni, chi più, non ha importanza!
La rinnovata Pro Loco Pietramelara, si prepara all’appuntamento con forti ambizioni, di queste la maggiore: dare un’impronta innovativa all’evento. In seno al consiglio direttivo dell’associazione ci si vede con cadenza settimanale nella sede di Piazza Sant’Agostino ma, vista l’imminenza, ritengo sia il caso di intensificare gli appuntamenti e le riunioni. Quali le innovazioni sul piatto? Prima di tutto una maggiore aderenza delle Sagra alle finalità per le quali vide la luce negli ormai lontani (ahimè) anni 70: essa deve essere e rimanere un’occasione, un’opportunità di rilancio e valorizzazione per il nostro Borgo. Bisogna farlo conoscere, rivelarne i segreti che cela, riuscire a comunicare a chi lo visiterà l’armonia che vi si respira. Nella settimana che va dal 20 al 27 agosto prossimo, il borgo dovrà essere un formicaio brulicante di donne, di uomini, di attrezzature per accogliere il gran numero di visitatori che la Pro Loco attende, visto anche lo sforzo promozionale messo in campo: i media saranno tutti utilizzati, nessuno escluso. A metà settimana, presumibilmente il giorno 24 agosto, un incontro che avrà il doppio ruolo di conferenza stampa di presentazione e dibattito sul come si evolverà in futuro il modello della Sagra.
L’ amministrazione civica appena insediata, si spera, aderirà in pieno al progetto in corso di elaborazione, in termini di collaborazione istituzionale e di risorse profuse allo scopo. Bisognerà conferire alle stradine ed agli angiporti un aspetto decoroso, l’iter delle autorizzazioni necessarie dovrà essere sveltito e semplificato e, non ultimo, il comune dovrà intervenire con una congrua sponsorizzazione. La Pro Loco ed il Comune, a Pietramelara ed altrove, sono istituzioni parallele e paritetiche, dotate di pari dignità, che concorrono al raggiungimento di obiettivi di somma importanza quali la lotta allo spopolamento, la salvaguardia e la valorizzazione del territorio; vanno pertanto amplificati gli sforzi tesi alle sinergie istituzionali e al partenariato.
La “road map” per giungere, fra esatti sessanta giorni, preparati al consueto appuntamento con la Sagra al Borgo è la seguente: innovazione nel rispetto della tradizione contadina sette/ottocentesca, eliminazione dell’anacronistica sovrastruttura medioevale, dislocazione ottimale delle cucine, degli espositori e degli stand gastronomici, in modo da non creare eccessi di traffico pedonale in alcuni punti e zone assolutamente non frequentate altrove. L’ allestimento di un “percorso del gusto” che comunichi non solo l’esistenza di tipicità enogastronomiche di elevata qualità, ma anche il modo di apprezzarne le caratteristiche peculiari, sarà un’altra delle innovazioni presenti: assaggiatori specializzati di oli e.v.o., vini, formaggi e mieli locali, nel corso di brevi comunicazioni porgeranno le tecniche di degustazione di tali prelibatezze.
A fine agosto, quindi, e che sia questo un degno saluto all’estate che sarà allora per terminare.
Scribacchiando per me
martedì 27 giugno 2017
lunedì 19 giugno 2017
NOTA BREVE
La nuova amministrazione, appena insediatasi nel nostro municipio di cosa ha bisogno? Soprattutto, direi, di un nuovo clima di coesione sociale: la campagna elettorale, appena trascorsa, è stata caratterizzata da punte di accesa polemica ed acredine incrociata. Fisiologico? … senz’altro! Si vabbè, ma adesso basta. La vittoria è stata netta, Pietramelara ha bisogno di mille cose ed allora è il tempo di mettersi al lavoro. Una coesione ottimale e ritrovata, permetterebbe di affrontare ogni problema con maggiore concentrazione e, se ci sono stati errori nel passato, la loro risoluzione sarebbe facilitata, e di molto.
Non capisco in tale chiave lo scomposto attacco personale (non politico) all’ indirizzo di Andrea de Ponte, rintuzzato peraltro da mille testimonianze di solidarietà. Si tratta solo di illazioni, peraltro non suffragate neppure da vaghi indizi.
Chi vince deve comportarsi da vincitore, manifestare la propria gioia per aver saputo trovare consenso diffuso nell’elettorato; il veleno che leggo in questi momenti è tipico di chi perde, e non giova a nessuno.
Per quanto mi riguarda, nella convinzione assoluta della necessità di un miglioramento del clima, metto a disposizione la mia persona, le pagine di questo blog scribacchiato e la mia modesta inclinazione alla scrittura per contribuire al conseguimento di tali obiettivi.
Non capisco in tale chiave lo scomposto attacco personale (non politico) all’ indirizzo di Andrea de Ponte, rintuzzato peraltro da mille testimonianze di solidarietà. Si tratta solo di illazioni, peraltro non suffragate neppure da vaghi indizi.
Chi vince deve comportarsi da vincitore, manifestare la propria gioia per aver saputo trovare consenso diffuso nell’elettorato; il veleno che leggo in questi momenti è tipico di chi perde, e non giova a nessuno.
Per quanto mi riguarda, nella convinzione assoluta della necessità di un miglioramento del clima, metto a disposizione la mia persona, le pagine di questo blog scribacchiato e la mia modesta inclinazione alla scrittura per contribuire al conseguimento di tali obiettivi.
martedì 13 giugno 2017
NESSUNA CAMBIALE IN BIANCO
Vediamo allora di capire cosa è successo: serpeggiava nell’aria la vittoria della lista n. 2, tuttavia ambedue i gruppi un po’ per scaramanzia gli uni, un po’ per ovvi motivi gli altri, preferivano non parlarne. La cosa circolava solo fra di noi, i cosiddetti “outsiders”: i rumors che si udivano e le sensazioni indotte da decenni di politica vissuta, lasciavano presagire sul come sarebbero finite le cose; quello che, in tutta sincerità, non ci si aspettava era la nettezza del risultato. Ben 243 voti di differenza in termini assoluti e circa il 7,4% in percentuale, indicano che qualcosa non sia andato per il verso giusto, che qualche errore sia stato commesso da parte di chi ha subito una sconfitta così pesante. Nessuno dei candidati ha varcato la fatidica soglia dei 300 suffragi, cosa avvenuta invece la scorsa tornata; il sindaco uscente e altri candidati “per la maggiore” si sono avvicinati alle 250 preferenze, assorbendo una quota di voti prossima al sette per cento: un voto diffuso fra i 26 candidati, che hanno fatto tutti la loro parte, soprattutto nel “porta a porta”. Il ridotto ammontare di schede bianche e nulle, meno di cento in totale, insieme alla riconferma dei circa 3300 voti espressi, come avviene da tempo, indicano che l’elettorato già legato ad Andrea de Ponte, ha comunque voluto esprimersi, libero da qualsivoglia condizionamento. Va dato, infine, atto a Guido Borzacchiello, segretario locale del Partito Democratico di aver saputo coagulare intorno a sé tutte le energie elettorali di cui disponeva: partito, famiglia e amicizie gli hanno consentito, nella sconfitta, di ben figurare.
Volendo analizzare le cause della caduta di Masella & c., ci si rende conto che, a parere di chi scrive, l’errore fondamentale del buon Fernando, amico di sempre a cui rinnovo l’affetto e la stima, è stato quello di presentarsi all’elettorato senza dare alcun segno di discontinuità con il passato: la composizione della lista e le cose dette nel corso dei comizi suonavano pressoché così: ”siamo stati molto bravi, lo siamo stati tutti indistintamente, lo siamo stati per un decennio, quindi voialtri non potete fare altro che votarci”… e questo non è stato accettato. Naturalmente a tale errore di impostazione, di natura strategica, se ne sono aggiunti altri di natura tattica, che non siamo qui ad elencare. Come già anticipato in altre note su questo blog del periodo pre-voto, quindi, è mancato il coraggio e la responsabilità di rinnovarsi: non è “senno di poi” il mio, ma semplice e freddo ragionamento. Al contrario chi ha vinto, anche se recava un pesante fardello sulle spalle, ha saputo comunicare un’immagine fresca ed innovativa, facendone così la carta vincente della campagna elettorale appena trascorsa. Non ritengo abbiano avuto effetti sensibili sul risultato le reciproche accuse ed illazioni: se qualche ultras le ha recepite in un gruppo, ciò è stato controbilanciato dal comportamento in cabina di altrettanti ultras nell’altro gruppo: “effetto zero” quindi, potevano risparmiarselo entrambi! Analogamente, anche certo giornalismo “ad orologeria” non ha influenzato più di tanto gli orientamenti degli elettori.
Ma parliamo ora di futuro, che è quanto ci interessa di più. La nuova compagine amministrativa deve mettersi immediatamente al lavoro, facendo tesoro delle notevoli professionalità presenti nel gruppo, i problemi da risolvere sono tanti e ne abbiamo già parlato. Il neoeletto sindaco deve aver molto rispetto dei propri compagni di cordata, risorse preziose da adoperare in un processo di riforme a 360 gradi. Gli eletti in opposizione dovranno essere, dal canto loro, vigili e preparati, allo scopo di mettere in atto un “gioco delle parti” leale e propositivo, ma senza alcuna intenzione di concedere sconti alla controparte. Dal canto mio, mi aspetto molto, anche se non sono disposto a concedere “cambiali in bianco” a nessuno. L’ampia visibilità concessa a questo blog mi permetterà di segnalare eventuali deviazioni dalla rotta che l’elettorato ha preteso, quasi imposto, con un voto chiaro e netto.
Volendo analizzare le cause della caduta di Masella & c., ci si rende conto che, a parere di chi scrive, l’errore fondamentale del buon Fernando, amico di sempre a cui rinnovo l’affetto e la stima, è stato quello di presentarsi all’elettorato senza dare alcun segno di discontinuità con il passato: la composizione della lista e le cose dette nel corso dei comizi suonavano pressoché così: ”siamo stati molto bravi, lo siamo stati tutti indistintamente, lo siamo stati per un decennio, quindi voialtri non potete fare altro che votarci”… e questo non è stato accettato. Naturalmente a tale errore di impostazione, di natura strategica, se ne sono aggiunti altri di natura tattica, che non siamo qui ad elencare. Come già anticipato in altre note su questo blog del periodo pre-voto, quindi, è mancato il coraggio e la responsabilità di rinnovarsi: non è “senno di poi” il mio, ma semplice e freddo ragionamento. Al contrario chi ha vinto, anche se recava un pesante fardello sulle spalle, ha saputo comunicare un’immagine fresca ed innovativa, facendone così la carta vincente della campagna elettorale appena trascorsa. Non ritengo abbiano avuto effetti sensibili sul risultato le reciproche accuse ed illazioni: se qualche ultras le ha recepite in un gruppo, ciò è stato controbilanciato dal comportamento in cabina di altrettanti ultras nell’altro gruppo: “effetto zero” quindi, potevano risparmiarselo entrambi! Analogamente, anche certo giornalismo “ad orologeria” non ha influenzato più di tanto gli orientamenti degli elettori.
Ma parliamo ora di futuro, che è quanto ci interessa di più. La nuova compagine amministrativa deve mettersi immediatamente al lavoro, facendo tesoro delle notevoli professionalità presenti nel gruppo, i problemi da risolvere sono tanti e ne abbiamo già parlato. Il neoeletto sindaco deve aver molto rispetto dei propri compagni di cordata, risorse preziose da adoperare in un processo di riforme a 360 gradi. Gli eletti in opposizione dovranno essere, dal canto loro, vigili e preparati, allo scopo di mettere in atto un “gioco delle parti” leale e propositivo, ma senza alcuna intenzione di concedere sconti alla controparte. Dal canto mio, mi aspetto molto, anche se non sono disposto a concedere “cambiali in bianco” a nessuno. L’ampia visibilità concessa a questo blog mi permetterà di segnalare eventuali deviazioni dalla rotta che l’elettorato ha preteso, quasi imposto, con un voto chiaro e netto.
domenica 4 giugno 2017
CAMBIARE ROTTA: E' QUESTO IL MOMENTO
Vivo con grande serenità questo periodo pre elezioni. Mancano solo pochi giorni all’apertura dei seggi, e devo constatare che dopo ben un quindicennio di impegno diretto, vivere la campagna elettorale da esterno conferisce tranquillità e, naturalmente, amplifica le capacità di giudizio. Fino ad oggi se si prescinde da qualche approccio sullo scherzoso, nessuno candidati mi ha avvicinato per chiedere per se il mio voto: ne do atto a loro e considero la cosa una forma di rispetto per la mia persona.
Non ho seguito per scelta nessuno dei due comizi che sino ad oggi si sono tenuti, pertanto non esprimo giudizi di sorta sui contenuti e sull’oratoria di coloro che sono intervenuti all’interno di essi. Mi riferiscono di alcune “cadute di stile”, ma se è vero che ci sono state, che vi è incorso se ne assumerà la responsabilità.
Non vorrei ripetermi circa lo scarso entusiasmo che nutro sia verso un eventuale vittoria di una lista sia dell’altra. Comunque alcune considerazioni vanno fatte.
Chiunque uscirà vincitore dal confronto dovrà prendere le redini di un paese allo sbando, con la consapevolezza che parte di tale sbando sarà dipeso anche dalla propria responsabilità, avendo amministrato comunque il comune per ben due mandati consecutivi. Si impone un cambio di rotta: Pietramelara e la sua gente dovranno tornare ad essere oggetto di miglioramento delle condizioni di vita.
Cose normali, a volte a “costo zero”, questo si aspetta l’elettorato. Si cominci dalla riforma del sistema amministrativo/gestionale, con individuazione delle criticità e ricerca dei mezzi per correggerle; la raccolta dei rifiuti sia integrata dall’entrata in funzione (una buona volta) dell’ isola ecologica, che tra l’altro è costata in termini di contenzioso, migliaia di euro al comune e che permetterebbe di smaltire televisori, lavatrici e frigoriferi senza lasciarli furtivamente nei fossi; siamo ormai in estate e pertanto si adegui la rete idrica alle aspettative dei cittadini, specie di coloro che abitano sul borgo e/o nei piani alti delle case; si pensi a forme di sgravio fiscale per chi ancora con coraggio abita sul paese alto, contribuendo a conservare un bene comune che tutti ci invidiano, si arrivi ad incentivare attività economiche proprio sul borgo nelle forme più consone a tale luogo.
Di idee fresche e di semplice realizzazione ce ne sarebbero tante altre, ma lasciamo anche a chi vincerà le imminenti elezioni l’opportunità di dimostrare che ha compreso appieno che è il momento di cambiare rotta.
Non ho seguito per scelta nessuno dei due comizi che sino ad oggi si sono tenuti, pertanto non esprimo giudizi di sorta sui contenuti e sull’oratoria di coloro che sono intervenuti all’interno di essi. Mi riferiscono di alcune “cadute di stile”, ma se è vero che ci sono state, che vi è incorso se ne assumerà la responsabilità.
Non vorrei ripetermi circa lo scarso entusiasmo che nutro sia verso un eventuale vittoria di una lista sia dell’altra. Comunque alcune considerazioni vanno fatte.
Chiunque uscirà vincitore dal confronto dovrà prendere le redini di un paese allo sbando, con la consapevolezza che parte di tale sbando sarà dipeso anche dalla propria responsabilità, avendo amministrato comunque il comune per ben due mandati consecutivi. Si impone un cambio di rotta: Pietramelara e la sua gente dovranno tornare ad essere oggetto di miglioramento delle condizioni di vita.
Cose normali, a volte a “costo zero”, questo si aspetta l’elettorato. Si cominci dalla riforma del sistema amministrativo/gestionale, con individuazione delle criticità e ricerca dei mezzi per correggerle; la raccolta dei rifiuti sia integrata dall’entrata in funzione (una buona volta) dell’ isola ecologica, che tra l’altro è costata in termini di contenzioso, migliaia di euro al comune e che permetterebbe di smaltire televisori, lavatrici e frigoriferi senza lasciarli furtivamente nei fossi; siamo ormai in estate e pertanto si adegui la rete idrica alle aspettative dei cittadini, specie di coloro che abitano sul borgo e/o nei piani alti delle case; si pensi a forme di sgravio fiscale per chi ancora con coraggio abita sul paese alto, contribuendo a conservare un bene comune che tutti ci invidiano, si arrivi ad incentivare attività economiche proprio sul borgo nelle forme più consone a tale luogo.
Di idee fresche e di semplice realizzazione ce ne sarebbero tante altre, ma lasciamo anche a chi vincerà le imminenti elezioni l’opportunità di dimostrare che ha compreso appieno che è il momento di cambiare rotta.
giovedì 1 giugno 2017
IL DUBBIO DI CARLO
Carlo, mio amico, in un post su fb breve ma efficace si esprime così: “40 anni fa la mia casa sul borgo aveva un valore,adesso vale ben poco e come la mia anche tutte le altre abitazioni hanno perso valore, chi dobbiamo ringraziare per il regresso che ha subito il paese alto ?” e, così scrivendo, mi fornisce un eccezionale assist per fare delle considerazioni in merito.
Caro Carlo, non ritengo che ci siano persone da ringraziare per quello che lamenti, la situazione che coinvolge un po’ tutti gli immobili siti sul nostro millenario borgo è il prodotto di una molteplicità di fattori la cui influenza non è uguale: qualcuno ha pesato di più, altri meno.
Il nostro borgo, croce e delizia dei pietramelaresi, è stato iniziato a costruire intorno all’anno mille, soprattutto per rispondere a due funzioni: difendersi da nemici e difendersi dalla malaria, frequentissima nelle circostanti paludi. E’ stato così per secoli, ma poi il sacco, la distruzione e l'eccidio del 1496 hanno dimostrato che tutta questa efficacia difensiva il borgo non l’aveva. Si aggiunga che fenomeni naturali e interventi di bonifica prosciugarono le paludi, facendo venir meno anche la funzione di difesa dalla malaria. Per tali motivi già dal settecento in poi la parte bassa di Pietramelara era sviluppata. Ciò premesso, se ripercorriamo la storia del nostro paese, dal dopoguerra ad oggi, vediamo che fino a qualche tempo fa case del borgo erano abitate da tre categorie di persone: signori, braccianti ed artigiani. L’emigrazione ha determinato da una parte il definitivo abbandono di intere zone del borgo; inoltre con le rimesse degli emigrati, già abitanti del borgo, è stata costruita la nuova Pietramelara, il quartiere svizzero, per intenderci. I signori hanno sopravvissuto nei bei palazzi di via Sottotorre, fin quando hanno potuto, ma con il ricambio generazionale anche quei palazzi sono stati abbandonati.
Fenomeni naturali, direi, collegati al desiderio, legittimo e condivisibile di vivere in abitazioni più grandi e comode e dotate di ogni confort, nonché raggiungibili con ogni tipo di mezzo meccanico.
Quali sono state le responsabilità delle istituzioni coinvolte? E qui veniamo alle note dolenti, visto anche il periodo elettorale. Le amministrazioni comunali dell’ultimo ventennio/trentennio non hanno portato avanti una politica del borgo e del centro storico, perché evidentemente in altre faccende affaccendate. La Pro Loco, nella persona dei suoi storici amministratori, dovrebbe anch’essa fare un serio esame di coscienza ed un mea culpa, perché ha riproposto per ben quarant’anni una sagra al borgo fissa ed immutabile, che si risolve in due giorni di sovraffollamento delle vie e dei vichi e poi… ci vediamo l’agosto prossimo. Se la situazione è quella che Carlo lamenta (e non c’è dubbio che sia così) le azioni di valorizzazione per cui la sagra è nata nei lontani anni settanta, hanno evidentemente mancato il bersaglio.
Il quadro che ne deriva è a tinte abbastanza fosche: il prezzo di un bene deriva dalla domanda e dall’offerta, ma nel nostro borgo anche case ampie, belle e panoramiche vengono offerte a poche decine di migliaia di euro e nessuno si interessa al loro acquisto.
Per non tediarvi di più debbo concludere questo elenco di lamentazioni auspicando che l’Amministrazione che si insedierà da qui a giorni inauguri un nuovo corso di politiche di recupero e sviluppo, affinché si possa salvare almeno quello che è rimasto, che la Pro Loco, quella nuova, nella quale anche il sottoscritto ha messo la faccia, sappia reinterpretare gli eventi da mettere in cantiere , che anche gli imprenditori con coraggio rivolgano lo sguardo verso il Borgo come occasione di profitto, sviluppo ed occupazione.
Caro Carlo, non ritengo che ci siano persone da ringraziare per quello che lamenti, la situazione che coinvolge un po’ tutti gli immobili siti sul nostro millenario borgo è il prodotto di una molteplicità di fattori la cui influenza non è uguale: qualcuno ha pesato di più, altri meno.
Il nostro borgo, croce e delizia dei pietramelaresi, è stato iniziato a costruire intorno all’anno mille, soprattutto per rispondere a due funzioni: difendersi da nemici e difendersi dalla malaria, frequentissima nelle circostanti paludi. E’ stato così per secoli, ma poi il sacco, la distruzione e l'eccidio del 1496 hanno dimostrato che tutta questa efficacia difensiva il borgo non l’aveva. Si aggiunga che fenomeni naturali e interventi di bonifica prosciugarono le paludi, facendo venir meno anche la funzione di difesa dalla malaria. Per tali motivi già dal settecento in poi la parte bassa di Pietramelara era sviluppata. Ciò premesso, se ripercorriamo la storia del nostro paese, dal dopoguerra ad oggi, vediamo che fino a qualche tempo fa case del borgo erano abitate da tre categorie di persone: signori, braccianti ed artigiani. L’emigrazione ha determinato da una parte il definitivo abbandono di intere zone del borgo; inoltre con le rimesse degli emigrati, già abitanti del borgo, è stata costruita la nuova Pietramelara, il quartiere svizzero, per intenderci. I signori hanno sopravvissuto nei bei palazzi di via Sottotorre, fin quando hanno potuto, ma con il ricambio generazionale anche quei palazzi sono stati abbandonati.
Fenomeni naturali, direi, collegati al desiderio, legittimo e condivisibile di vivere in abitazioni più grandi e comode e dotate di ogni confort, nonché raggiungibili con ogni tipo di mezzo meccanico.
Quali sono state le responsabilità delle istituzioni coinvolte? E qui veniamo alle note dolenti, visto anche il periodo elettorale. Le amministrazioni comunali dell’ultimo ventennio/trentennio non hanno portato avanti una politica del borgo e del centro storico, perché evidentemente in altre faccende affaccendate. La Pro Loco, nella persona dei suoi storici amministratori, dovrebbe anch’essa fare un serio esame di coscienza ed un mea culpa, perché ha riproposto per ben quarant’anni una sagra al borgo fissa ed immutabile, che si risolve in due giorni di sovraffollamento delle vie e dei vichi e poi… ci vediamo l’agosto prossimo. Se la situazione è quella che Carlo lamenta (e non c’è dubbio che sia così) le azioni di valorizzazione per cui la sagra è nata nei lontani anni settanta, hanno evidentemente mancato il bersaglio.
Il quadro che ne deriva è a tinte abbastanza fosche: il prezzo di un bene deriva dalla domanda e dall’offerta, ma nel nostro borgo anche case ampie, belle e panoramiche vengono offerte a poche decine di migliaia di euro e nessuno si interessa al loro acquisto.
Per non tediarvi di più debbo concludere questo elenco di lamentazioni auspicando che l’Amministrazione che si insedierà da qui a giorni inauguri un nuovo corso di politiche di recupero e sviluppo, affinché si possa salvare almeno quello che è rimasto, che la Pro Loco, quella nuova, nella quale anche il sottoscritto ha messo la faccia, sappia reinterpretare gli eventi da mettere in cantiere , che anche gli imprenditori con coraggio rivolgano lo sguardo verso il Borgo come occasione di profitto, sviluppo ed occupazione.
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