Le elezioni amministrative della prossima primavera sono alle porte e la campagna elettorale, se non è nel pieno, è senz’altro iniziata! Comincia a correr voce di incontri semiclandestini, ospitati da dimore site in periferia del paese o in campagna. È un costume, questo, che parte da lontano, almeno dagli anni 70 quando, per scalfire il potere della Democrazia Cristiana che, fino ad allora, aveva sempre vinto ogni consultazione, cominciarono ad essere intessute alleanze di vario genere. La fase della trattativa richiedeva discrezione pertanto si ricorreva agli incontri semiclandestini di cui sopra. Fatto sta che il riserbo totale quasi mai veniva osservato e, nei giorni successivi agli incontri, si conoscevano con dovizia di particolari i partecipanti, gli argomenti in discussione, i punti di contatto e quelli di attrito. Si sa che il passaparola dei “mi raccomando… non lo deve sapere nessuno”, alla fine rende noto a tutti o quasi anche i particolari più riservati.
A parte questa nota di colore, bisogna dire che poi la storia ha dimostrato con il tempo che le improbabili alleanze alla fine sono crollate su se stesse ed hanno dato luogo a risvolti politico/amministrativi che definire disastrosi è voler esser buoni. Sicuramente i miei lettori dai capelli grigi ricorderanno (solo a titolo di esempio) come finì l’asse creatosi fra i socialisti del compianto Gianni Sorbo e l’ala dissidente democristiana, a metà degli anni settanta: nel primo mandato ci fu il distacco di un certo numero di consiglieri, che costituirono un gruppo autonomo, e la seconda sindacatura si concluse con un anno di anticipo, perché venne meno la maggioranza consiliare. Altri tempi, direte voi… senz’altro rispondo io; ma il dato di fatto consegnatoci dalle ultime tornate amministrative a Pietramelara e dintorni ci indicano con chiarezza che l’elettorato forte di quelle lezioni, non capisce e non condivide il significato e l’utilità di certe alleanze particolarmente ardite, e/o i cambiamenti di casacca pochi giorni prima delle urne.
Comportamento conseguenziale del corpo elettorale, quindi? … non direi.E’ uno strano paese, il nostro! Da almeno due decenni si assiste ad una stasi che coinvolge la politica, la cultura, i servizi e l’economia, mentre nei dintorni è evidente un risveglio quasi speculare e di segno opposto. Progetti come il recupero del castello di Riardo o della torre di Roccaromana, o ancora gli scavi al teatro tempio di Pietravairano, che fino a pochi anni fa potevano sembrare mera utopia, sono divenuti con il tempo una realtà attuale e tangibile; basati su risorse locali, quindi disponibili “in via esclusiva”, possono, se ben gestiti,produrre in termini economici risultati molto interessanti. Al loro confronto potremmo proporre al massimo un canalone destinato a risolvere un problema idrogeologico mai esistito, oppure una circumvallazione utile solo ad una ditta di autotrasporto. Qualche assessore, in vena di autocelebrazione, arriva a vantarsi anche di azioni obbligatorie, previste dalla legge, atti dovuti la cui non realizzazione costituirebbe comportamento omissivo della Pubblica Amministrazione.
Di tutto ciò i nostri elettori sembrano non accorgersene, o meglio: commentano a gran voce nei capannelli della piazza gli altrui progressi e li confrontano con i nostri sostanziali arretramenti ma poi … nelle urne continuano ad infilare schede votate sempre allo stesso modo.
Ottima analisi, speriamo che non sia per sempre così.
RispondiEliminaFrancesco a partire dagli anni settanta alcune vicende le ho vissute direttamente, ma mi astengo di evocare fantasmi del passato. Le altre sono sotto gli occhi di tutti. Le ho sempre messe in evidenza senza timore alcuno.Vedrai che in questa tornata elettorale quanti che fin'ora hanno taciuto ,e non avrebbero diritto ad aprire bocca, saliranno in cattedra per proferire sentenze.Ti saluto.
RispondiElimina