Il forte sovrannumero di cinghiali e i danni relativi ad essi è un problema che preoccupa Pietramelara e dintorni. La gravità del fenomeno è andata crescendo di anno in anno e oggi urge trovare una soluzione adeguata ed efficace.
Da sempre presente nei nostri boschi, il cinghiale (SusScrofa) si estinse praticamente nella prima metà del XX secolo, ma fu di seguito reintrodotto e ripopolato agli inizi degli anni ‘70. Essendo l’animale dotato di straordinaria rusticità e capacità riproduttiva, grazie alla completa assenza di nemici naturali che ne potessero controllare la numerosità, e grazie ad un territorio ricco di risorse alimentari facilmente accessibili, le sue popolazioni hanno assunto negli ultimi anni dimensioni tali da generare preoccupazioni a vari livelli. La categoria sociale maggiormente danneggiata sono gli agricoltori e la coltura più colpita è il mais, ma anche la vite e il nocciolo, a volte, subiscono attacchi di una certa intensità. Gli indennizzi a favore delle aziende colpite, previsti dalla legge, frequentemente si rivelano un miraggio, e chi ha subito il danno obtorto collo deve tenerselo.
Va aggiunto che i danni non si fermano solo all’agricoltura: le cronache riportano frequentemente incidenti stradali, soprattutto serali e notturni causati da cinghiali vaganti, insieme a più sporadici attacchi a uomini e donne che si aggirano per i luoghi frequentati da tali animali, a volte molto aggressivi.
Allarmati i sindaci dei comuni di Marzano Appio, Pietramelara, Pietravairano, Raviscanina, Riardo, Roccaromana, Sant’Angelo d’Alife e Vairano Patenora, hanno richiesto ed ottenuto un incontro al Prefetto di Caserta per affrontare il tema dei danni prodotti. La riunione si è tenuta ieri mattina, 31 agosto e ha messo sul tappeto una strategia di emergenza e una pianificazione di lungo termine.
Cosa fare, allora? Quali gli interventi praticabili? Ogni soluzione adottabile comporta l’uso di mezzi “contro natura”, e quindi, per sgomberare il campo da ambientalismi integralistici, va detto che il problema è sensibilmente grave e va trattato con il piglio e la fermezza dettati dell’emergenza.
E’ classico l’uso di barriere e recinti elettrificati a difesa delle colture, dimostratisi con il tempo di modesta efficacia; va citato, poi, l’impiego di mangimi contenenti anticoncezionali distribuiti nei boschi, ancora in fase sperimentale (http://www.lastampa.it/2015/09/25/societa/lazampa/animali/troppi-danni-allagricoltura-per-i-cinghiali-arriva-la-pillola-anticoncezionale-TkPcZXARHe7Gylc6yly9CN/pagina.html) ; la cattura a scopo di ripopolare altre zone mostra un limite nella diffusione del sovrannumero un po' dappertutto; infine va considerata la possibilità di ricorrere a piani di abbattimento straordinario, con calendari che vadano anche oltre le stagioni venatorie.
Tale ultimo metodo è quello che fa più discutere, controverso si, ma sicuramente dotato di maggiore efficacia, in considerazione dell’allarme sociale che il fenomeno desta attualmente e che potrebbe destare in futuro, dato che una popolazione animale senza alcun controllo tende ad espandersi sempre di più. Sono del parere che bisogna assolutamente riportare le dimensioni del fenomeno entro i limiti dell’accettabilità, anche perché anche gli stessi equilibri ecologici sono minacciati quando una specie assume forte preponderanza numerica all’interno di un territorio. La competizione alimentare fra specie, infatti, potrebbe essere fortemente influenzata dal numero, soprattutto tenuto conto del fatto che il cinghiale vive in branco, e ciò gli permette di amplificare la sua forza, già di per sé notevole (… e questo gli ambientalisti dovrebbero saperlo!).
L’ambientalismo, quello vero ed autentico, capace di apportare vantaggi all’intera società, comporta studio, documentazione e conoscenza degli equilibri e delle dinamiche che regolano i rapporti all’interno degli habitat e degli ecosistemi; pertanto, una volta che tali equilibri e dinamiche vengono turbati in modo serio e tangibile, deve proporre soluzioni efficaci, allo scopo che essi vengano ripristinati in breve tempo.
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