Sono riprese stamattina le passeggiate domenicali nei dintorni: si tratta ormai di una tradizione consolidata, si trascorre la domenica mattina andando per monti e per sentieri; un’ottima occasione per stare insieme agli amici, fare quella moderata attività fisica che l’età “tarda”ancora permette, il tutto condito dallo sfottò sulle “brillanti” condizioni fisiche che si possono constatare in tali occasioni. Basta spostarsi di qualche chilometro per trovare angoli suggestivi e particolarmente ameni, l'alto casertano è infatti una vera miniera di tesori incantevoli: borghi, castelli, chiese che a volte grazie alla sensibilità di qualche amministratore tornano a rivivere.
Stamattina è stata la volta del plurisecolare borgo di Marzanello vecchio, da poco sottoposto ad un restauro che ne ha esaltato alcuni scorci, tra i quali brilla la Chiesa settecentesca di San Nicola (ripresa con criteri di restauro francamente non del tutto condivisibili).
Dalla rete apprendo che “il Castrum Marzanelli (o Castrum Martianelli), inteso come centro abitato fortificato con dignità urbana affonda le sue origini probabili nell’epoca delle prime invasioni barbariche, ma dovette assumere la sua piena dignità nei secoli IX e X, quando il territorio del Medio Volturno venne ad essere funestato in modo continuo dalle cruente scorrerie saracene”. Da una lettura filologica delle rovine e da antichi documenti di archivio, tuttavia, si evince con buona probabilità che il borgo dovette formarsi non prima del XV secolo. Si ritiene probabile inoltre che un palazzo signorile sorgesse sulla sommità della cima 323 e dominasse tutto il piccolo abitato sottostante, e che in parte esso fosse stato demolito per far luogo alla Chiesa di San Nicola. Sul finire del secondo conflitto mondiale il borgo, con gli elementi architettonici che avrebbero potuto essere utilissimi al fine di avere notizie più dettagliate e veritiere sull’evoluzione dell’abitato, furono distrutti dal tiro degli angloamericani, che, dalla collina di S. Felice di Pietravairano, effettuavano le tarature delle artiglierie facendo il tiro a segno sulle strutture di Marzanello Vecchio.
La sensazione più diretta ed immediata che ha causato in me, Liberato e Stefano (gli amici che mi accompagnavano) l’escursione di stamattina è legata alle imponenti dimensioni della Chiesa di San Nicola, sicuramente sproporzionata rispetto allo sparuto centinaio di anime (o poco più) che dovevano abitare il piccolo borgo, anche nei momenti di maggior espansione demografica. L’aula a navata unica è sicuramente paragonabile per dimensioni a una Chiesa parrocchiale di una comunità di dimensioni ben maggiori, per intenderci siamo nell’ordine di grandezza della nostra Sant’Agostino; tale fatto si potrebbe spiegare con la volontà di un donante, identificabile nel feudatario del tempo, che volle fare “le cose in grande”, forse per sciogliere un voto o, molto più probabilmente per affermare anche in tal modo la propria posizione di potere. Il restauro della chiesa, come accennato in precedenza, è stato portato avanti rendendo più che evidenti le parti aggiunte rispetto a quelle originarie, facendo abbondante uso di legno lamellare per le coperture e di acciaio cromato e vetri per l’interno … cose da architetti! Per il pavimento, invece, è stato utilizzato un bel cotto.
Guardando verso il basso, in prossimità dell’abside, si notano il castello ed il borgo di Vairano Patenora, siti parecchio più in basso, tanto da indurre l’osservatore a considerare una sorta di una remota subalternità dell’attuale capoluogo comunale, rispetto a quella che oggi è solo la vaga impronta di una frazioncina.
Ad ogni buon conto un’esperienza da rivivere quella di stamattina, magari più in là, in notturna, per godere anche della suggestione della rete di illuminazione che rende visibile il borgo di notte da ogni punto della valle, anche in distanza.
in copertina la Chiesa di San Nicola (XVIII sec.), prima e dopo il restauro
bella passeggiata dal castello di Pietravairano.... purtroppo chiusa.....
RispondiElimina