Non è un bel giorno questo per me! Sembra ieri eppure sono passati ben trenta lunghi anni da quella fredda mattina del 29 dicembre 1985; ci siamo salutati e sei andato via così, in silenzio.
E lo sai… quando si parla di un periodo così lungo lo si fa con un certo rispetto, una sorta di timore reverenziale; in trent’anni si cresce, si diventa ben maturi, si fanno esperienze di ogni tipo, eppure a me sembra che tutto questo tempo sia volato in un solo attimo. E’ inutile parlarti di quello che ho fatto e di ciò che non ho fatto: ritengo tu lo sappia almeno quanto me. La separazione da te è stata aggravata, da qualche anno, dalla scomparsa di mamma privandoci di quell’ormai unico, insostituibile riferimento: sembra che nella nostra famiglia tutti gli eventi più drammatici si debbano, per un assurdo gioco del destino, verificarsi solo nel periodo natalizio.
Non è stato facile fare a meno del tuo esempio, dei tuoi pareri, del tuo stile di vita semplice e schietto, ma proprio per questo altamente condivisibile.
A volte mi rendo conto di quanto tempo sia esattamente passato solo constatando quando siamo cambiati noi, il contesto in cui viviamo, la comunità con cui interagiamo. E’ veramente enorme, infatti, la distanza fra quel giovanotto di cui ti compiacevi, appena uscito dall’università, pieno di sogni, ambizioni e progetti e l’uomo che ti sta scrivendo; la vita va avanti e mi sforzo di contemperare qualche livido o qualche ferita con le soddisfazioni che la vita e la sorte non fanno, per fortuna, mancare. Due giovani donne costituiscono oggi il nucleo dei miei interessi, delle mie gioie e delle mie quotidiane ansie.
E’ cambiato il nostro Paese che tu amavi e rispettavi, in cui non sei nato ma che ti ha accolto con calore ed empatia; la gente di adesso pensa molto di più ai fatti propri, tendendo con miopia a piccoli vantaggi, trascurando ciò che veramente potrebbe andare nel segno del riscatto e dello sviluppo. Non saprei dirti se la considerazione di cui hai goduto, tu che per tutti qui eri “ju pruf’ssore”, sarebbe la stessa oggi: i ruoli nella società si sono annullati, chiunque si ritiene in grado di qualsiasi cosa o impresa, ed il degrado, frutto di tale stato di cose, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti.
Vedi… è anche cambiato il modo di crescere e diventare grandi e se, quando hai vissuto, “bastava” essere una brava persona, onesta, colta e preparata, per conquistare stima e prestigio sociale, oggi ci vuole ben altro: denaro (e molto), spregiudicatezza, visibilità su più fronti. Ti basti sapere che siamo arrivati al punto da far dire ad un famoso personaggio del momento: “Le persone «perbene», oneste e con senso civico non riescono a fare carriera. Spesso vengono emarginate proprio perchè hanno un'etica del lavoro”. Un vero e proprio ribaltamento del merito che lascerebbe interdetto certamente chi, come te, ha educato generazioni di pietramelaresi per decenni ai valori fondanti.
Sarebbe bello rincontrarti trent’anni dopo, papà, e scambiare ancora quattro chiacchiere, ma temo che ciò possa avvenire solo in un tempo lontano ed in una dimensione diversa dalla nostra. ARRIVEDERCI
Francesco, il tempo scorre. È il fiume della vita, il Samsara ineluttabile che perennemente scorre, trascinando con sé il nostro mondo ed i relitti del tempo che noi tutti siamo. Una sola cosa, un solo scoglo resiste sicuro, infrangendo i flutti di un moto eterno senza ritorno: gli eterni Valori Tradizionali, che tali a immobili sponde vedono passar le acque del tempo; è questo il dominio dei valori. Quei valori a cui tu ti riferisci e che costituiscono l'insostituibile tesoro lasciatoci in retaggio dai nostri padri e madri: l'esempio della loro vita. Se sinceramente maturiamo nutrendoci di quegli esempi, con serenità e appagatezza saremo seduti a "quella sponda" sicura ed immobile, contemplando "le acque che passano", noncuranti delle assurdità e delle brutture con cui queto nostro mondo ci assilla quotidianamente. Scrivo queste righe in comunità di spirito, anche perché, prima di partire per il Canada, nel lontano 1960, fui allievo di tuo padre alla Ia media. Di lui, assieme agli indimenticabili Broccoli e Mitrano, serbo un filiale ricordo e rispetto della memoria, poiché paterna è stata la loro figura verso noi "monelli deamicissiani". Oggi i tempi son cambiati, viviamo quasi un altro universo, un'altra dimensione. Allora coraggio, se permetti, amico mio. Se si è in comunione di spirito con chi è stato ed è tutt'ora parte di noi stessi, essi vivono in noi, più di prima. Sinceri e solidali saluti. Lucca Pietro
RispondiEliminagrazie amico lontano, per l'interesse mostrato e per le parole
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