Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

martedì 29 dicembre 2015

TRENT’ANNI DOPO

Non è un bel giorno questo per me! Sembra ieri eppure sono passati ben trenta lunghi anni da quella fredda mattina del 29 dicembre 1985; ci siamo salutati e sei andato via così, in silenzio.
E lo sai… quando si parla di un periodo così lungo lo si fa con un certo rispetto, una sorta di timore reverenziale; in trent’anni si cresce, si diventa ben maturi, si fanno esperienze di ogni tipo, eppure a me sembra che tutto questo tempo sia volato in un solo attimo. E’ inutile parlarti di quello che ho fatto e di ciò che non ho fatto: ritengo tu lo sappia almeno quanto me. La separazione da te è stata aggravata, da qualche anno, dalla scomparsa di mamma privandoci di quell’ormai unico, insostituibile riferimento: sembra che nella nostra famiglia tutti gli eventi più drammatici si debbano, per un assurdo gioco del destino, verificarsi solo nel periodo natalizio.
Non è stato facile fare a meno del tuo esempio, dei tuoi pareri, del tuo stile di vita semplice e schietto, ma proprio per questo altamente condivisibile.
A volte mi rendo conto di quanto tempo sia esattamente passato solo constatando quando siamo cambiati noi, il contesto in cui viviamo, la comunità con cui interagiamo. E’ veramente enorme, infatti, la distanza fra quel giovanotto di cui ti compiacevi, appena uscito dall’università, pieno di sogni, ambizioni e progetti e l’uomo che ti sta scrivendo; la vita va avanti e mi sforzo di contemperare qualche livido o qualche ferita con le soddisfazioni che la vita e la sorte non fanno, per fortuna, mancare. Due giovani donne costituiscono oggi il nucleo dei miei interessi, delle mie gioie e delle mie quotidiane ansie.
E’ cambiato il nostro Paese che tu amavi e rispettavi, in cui non sei nato ma che ti ha accolto con calore ed empatia; la gente di adesso pensa molto di più ai fatti propri, tendendo con miopia a piccoli vantaggi, trascurando ciò che veramente potrebbe andare nel segno del riscatto e dello sviluppo. Non saprei dirti se la considerazione di cui hai goduto, tu che per tutti qui eri “ju pruf’ssore”, sarebbe la stessa oggi: i ruoli nella società si sono annullati, chiunque si ritiene in grado di qualsiasi cosa o impresa, ed il degrado, frutto di tale stato di cose, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti.
Vedi… è anche cambiato il modo di crescere e diventare grandi e se, quando hai vissuto, “bastava” essere una brava persona, onesta, colta e preparata, per conquistare stima e prestigio sociale, oggi ci vuole ben altro: denaro (e molto), spregiudicatezza, visibilità su più fronti. Ti basti sapere che siamo arrivati al punto da far dire ad un famoso personaggio del momento: “Le persone «perbene», oneste e con senso civico non riescono a fare carriera. Spesso vengono emarginate proprio perchè hanno un'etica del lavoro”. Un vero e proprio ribaltamento del merito che lascerebbe interdetto certamente chi, come te, ha educato generazioni di pietramelaresi per decenni ai valori fondanti.
Sarebbe bello rincontrarti trent’anni dopo, papà, e scambiare ancora quattro chiacchiere, ma temo che ciò possa avvenire solo in un tempo lontano ed in una dimensione diversa dalla nostra. ARRIVEDERCI

giovedì 24 dicembre 2015

AUGURI

Auguri a coloro che seguono con interesse e simpatia questo blog “scribacchiato”: mi riempite di orgoglio e soddisfazione quando leggo dei vostri “mi piace” e, parimenti, mi interesso alle vostre critiche ritenendole istruttive ed insostituibili; auguri a quanti incontro per strada e mi dimostrano apprezzamento per tale modo di comunicare i miei ricordi e le mie emozioni, invitandomi semmai a trattare questo o quell’aspetto della “pietramelaresità” finora tralasciato.
Auguri a mille e mille amici che ho trovato nel gruppo “Coltivare l’orto”, il nostro modo di scambiarci esperienze e immagini in tale hobby, sempre più diffuso, senza pretese e saccenterie sia preso a modello anche in altri contesti.
Auguri a quanti si ricorderanno di me tra oggi e domani: sarò felicissimo di leggere e avrò cura di ricambiare ogni pensiero gentile pervenuto da un social network, da un sms o da una breve telefonata.
Auguri a quelle donne e a quegli uomini forti, ai quali le traversie, i guai e i problemi non hanno fatto perdere il coraggio di vivere: leggere sul loro volto un piccolo accenno di sorriso, seppur velato di malinconia, è il miglior incoraggiamento per andare avanti.
Auguri a coloro che perpetuano le tradizioni natalizie: la pratica religiosa, la voglia di uscire e stare insieme, nonostante il freddo pungente, la grande gastronomia derivante da un retroterra culturale unico nel suo genere. Il Natale, festa cardine della cristianità, è minato oggi nei suoi simboli più essenziali, e non ritengo giusto che chi (sottolineo) doverosamente dobbiamo accogliere, si senta leso da un presepe, da un decoro natalizio o da altre manifestazioni esterne. A mio parere la tolleranza deve diventare un paradigma di questi giorni e per il resto dell’anno, ma deve esserlo in modo bilaterale e paritario, senza gli sciocchi ideologismi che fanno del cosiddetto “politically correct” lo scudo e la bandiera portati avanti da una certa parte.
Auguri alla mia famiglia, porto di riferimento del viaggio che vivo giorno per giorno: con l’astronave che conduco ho visitato due galassie (http://scribacchiandoperme.blogspot.it/2011/10/due-galassie.html), ho conosciuto luoghi, uomini e donne diversissimi fra loro ma il traguardo, alla fine, è sempre lo stesso.
Auguri infine e soprattutto a chi non sta bene, a chi si sente debole e minato nel corpo e nello spirito: sappiate anche voi gioire di questi giorni, la famiglia ed il calore della casa vi siano prossimi, vedrete che anche tali piccole cose contribuiranno a farvi stare meglio.

martedì 15 dicembre 2015

STORIELLE MUSICALI

“Il mondo a 45 giri” è una trasmissione televisiva di prossima programmazione su RAI 3, essa ripercorrerà trent’anni di storia della musica italiana raccontando la storia della RCA, la mitica casa discografica che con i suoi artisti ha fatto la colonna sonora del nostro paese dagli anni ’50 alla fine degli ’80.
La nota casa discografica ha annoverato fra le sue file, infatti, i più rappresentativi protagonisti della musica leggera, voci di canzonette e canzone d’autore che hanno fatto storia tra festival e jukebox: Gianni Morandi, Paolo Conte, Rita Pavone, Edoardo Vianello, Patty Pravo, Gino Paoli, Ron, Francesco De Gregori, Mal, Riccardo Cocciante, Luca Carboni, Shel Shapiro, Gianna Nannini, Nico Fidenco, Mario Lavezzi, Tosca, Fiorella Mannoia.
Sarà un modo come un’altro per ritornare con la memoria al passato prossimo, agli anni dell’adolescenza e della gioventù , con una colonna sonora emozionale ed evocativa, le canzonette dei festival e delle “canzonissime” televisive. Era il tempo in cui si ascoltava alla radio la hit parade di Lelio Luttazzi (se non mi sbaglio il venerdì), il sabato sera televisivo era dedicato al varietà con presentatori e ospiti di successo: Enrico Simonetti, Mina, la Carrà, Loretta Goggi, Panelli hanno dato vita a trasmissioni passate, a buon diritto, nella memoria collettiva: Studio Uno, Senza Rete, le varie edizioni di Canzonissima, i Festival di Sanremo in inverno e “Un disco per l’estate” appunto in estate.
La domenica poi la storia continuava al cinema, con i film che oggi con un certo sussiego sono stati definiti “musicarelli”, ma che per noi tutti erano “film ‘e cantanti”. Si trattava di un genere abbastanza in voga: quando un pezzo raggiungeva il grande successo, poco dopo veniva girato un film con lo stesso titolo, che per protagonista aveva in genere l’interprete del brano musicale, in coppia con una starlet del momento, in quanto le trame raccontavano sempre storie d’amore abbastanza scontate (amori contrastati, amori finiti, ecc.), il tradimento non era contemplato neppure da lontano, data la “prouderie” del periodo. Quelle domeniche al Cinema Moderno o all’Arena Gloria, ambedue del Barone Sanniti, la platea era subito piena: ragazzi, ragazze, famiglie intere accorrevano attirati da quel genere musical/cinematografico che tanto successo destava un po’ dappertutto, quasi sempre in tali occasioni il film veniva replicato nelle ore serali. Nei bar suonavano i juke box, una canzone cinquanta lire, tre cento lire.
Il disco, piccolo a 45 giri, quello in vinile, per intenderci, era comunque il protagonista, e per suonarlo una “fonovaligia” o un mangiadischi; due i brani, quello di successo sul lato A, quello secondario sul B, anche se non mancano casi in cui il brano accessorio finiva con il riscuotere un successo ancora maggiore, soprattutto fra ascoltatori dal “palato fine”. Con tale attrezzatura da poche lire si poteva ascoltare la musica oppure, volendo, anche ballare.
Roba diversa quella di oggi: al posto dei vinili CD in grado di contenere decine di brani, e per riprodurre fantascientifici impianti Hi-Fi con centinaia e centinaia di Watt di potenza, un suono pulito, privo di fruscii ed assolutamente fedele, ma diciamolo: freddo e privo di qualsiasi poesia.