Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

sabato 18 maggio 2013

IL TEMPO


Dovrei averlo letto da qualche parte, anche se non ricordo dove: “Il tempo non esiste! Esso è solo una categoria virtuale che l’uomo si è inventata, allo scopo di seguire il decadimento fisico/biologico del corpo che si verifica con l’invecchiamento”. Su quali basi scientifiche sia stata elaborata tale suggestiva teoria non è dato saperlo e … bisogna dire che la cosa si rivela interessante, infatti una delle risorse di cui l’uomo moderno maggiormente avverte la carenza è proprio quella: il tempo. Il concetto secondo il quale il tempo non esiste risolverebbe, quindi, d’un solo colpo numerosissimi problemi, sarebbe un vero colpo di spugna a tanti affanni che ci prendono.
Sono dell’avviso tuttavia che non è così, e che le cose non stiano in termini di tale semplicità; non sarò qui a tediarvi, cari “quattro lettori”, con le argomentazioni filosofiche , fisiche e biochimiche che smentiscono del tutto la teoria di cui sopra ma, in più ed prima persona, devo dire che, tra le mie tante ansie, la mancanza di tempo occupa sicuramente uno dei primi posti per importanza.
L’uomo moderno vive attaccato all’orologio ed, a volte, questo piccolo ed incruento “strumento di autotortura” non lo toglie neppure a letto. Il collezionismo di orologi da polso, attualmente tanto in voga, d’altronde è solo un corollario alla dipendenza quasi masochistica che si è stabilità tra la macchinetta infernale e chi la porta con sé (dappertutto).
Abbiamo tutti paura di non aver tempo per conseguire un obiettivo, per toglierci delle soddisfazioni, per coltivare le nostre passioni, per la famiglia e gli affetti … ma perché? Sentiamo i giorni, i mesi, gli anni scorrere inesorabilmente e con essi questo tipo di paura, che viene da dentro, inesorabilmente aumenta sempre di più.
Eppure (ed è questo il paradosso) non ci accorgiamo dell’enorme quantità di tempo perso in attività ritenute importanti ma che, nella sostanza , non lo sono affatto; ed allora bisogna fare in modo che il senso della “qualità del tempo” vada a sostituire e soppiantare quello di “quantità di tempo”: solo in tal modo ci renderemo conto che il tempo non passa invano e che esso torna ad essere una risorsa disponibile nel modo giusto (anche se non illimitato). Quest’ultimo concetto tradotto “in soldoni” significa: per far in modo che il tempo e la sua perenne mancanza cessino di essere un problema assillante, c’è bisogno di un mutamento di stile di vita che porti a privilegiare le cose veramente importanti a scapito di quelle che la vita moderna ci ha imposto, facendole passare come tali.

Francesco, filosofo “del pensiero debole”

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