Luigi, un amico di
Teano, residente a Roma, mi scrive ieri mattina: “Bella serata ieri sera. La
location è eccezionale. Secondo me si è salvata proprio perché disabitata. Se
ristrutturavano come fatto a Teano dopo il terremoto del '80 sarebbe stato un disastro”.
Si era recato sul nostro Borgo insieme alla moglie, attirato dalla Sagra al Borgo, ai
cui organizzatori anch’io faccio un plauso, ed era rimasto affascinato dallo
stato di conservazione delle tipologie architettoniche e delle strutture tardo
medioevali.
La cosa mi ha spronato a una, l’ennesima, riflessione su tale argomento. E’ vero, le tipologie continuano a conservarsi, qualche famiglia resiste ancora ad abitarci, nonostante le difficoltà più che evidenti. Ne parlavo con la signora Annarita, legatissima al borgo e convinta di restarci. Tornata dall’estero nel 1976, ha ristrutturato con gusto la sua abitazione, dotandola di comodità senza snaturare il contesto; ricordava con nostalgia le riunioni di vicinato, la sera d’estate, la solidarietà che emergeva in ogni momento di bisogno…la gente del borgo si voleva bene.
Purtroppo anche in occasione della Sagra abbiamo dovuto assistere a intere zone e vichi, caratteristici ed inimitabili, chiusi per motivi di sicurezza. Nonostante tutto: bombardamenti, terremoti, emigrazione, il borgo si è salvato dagli scempi, caro Luigi, proprio grazie alla sua geografia, ai vicoli angusti, alla impossibilità di percorrerlo con mezzi meccanici; se così non fosse stato, anche a Pietramelara avremmo assistito alle negatività a cui ti riferivi, anche perché chi di dovere da sempre ha manifestato disinteresse.
La cosa mi ha spronato a una, l’ennesima, riflessione su tale argomento. E’ vero, le tipologie continuano a conservarsi, qualche famiglia resiste ancora ad abitarci, nonostante le difficoltà più che evidenti. Ne parlavo con la signora Annarita, legatissima al borgo e convinta di restarci. Tornata dall’estero nel 1976, ha ristrutturato con gusto la sua abitazione, dotandola di comodità senza snaturare il contesto; ricordava con nostalgia le riunioni di vicinato, la sera d’estate, la solidarietà che emergeva in ogni momento di bisogno…la gente del borgo si voleva bene.
Purtroppo anche in occasione della Sagra abbiamo dovuto assistere a intere zone e vichi, caratteristici ed inimitabili, chiusi per motivi di sicurezza. Nonostante tutto: bombardamenti, terremoti, emigrazione, il borgo si è salvato dagli scempi, caro Luigi, proprio grazie alla sua geografia, ai vicoli angusti, alla impossibilità di percorrerlo con mezzi meccanici; se così non fosse stato, anche a Pietramelara avremmo assistito alle negatività a cui ti riferivi, anche perché chi di dovere da sempre ha manifestato disinteresse.
La Sagra ci ha
offerto l’ennesima conferma che per far rivivere questo borgo che tutti amiamo
in modo viscerale, c’è bisogno di animazione continua; una volta all’anno
è piacevole tornarci, è bello vedere tante persone ammirare qualcosa che
sentiamo nostro, tuttavia non basta. Non capisco perché, ad esempio Luca ha
preferito servire uno o due clienti in via Europa, e non ha approfittato della
Sagra per riaprire il proprio localino, tanto caratteristico, sito all’entrata
del borgo, ‘ncoppa ju sieggiu. L’imprenditoria, oltre alla politica, deve fare
la sua parte; anche se può sembrare utopistico e velleitario, tendo a una
situazione analoga a quella che si è sviluppata in tanti borghetti dell’Umbria, e a Sperlonga, non lontana; in tali luoghi il commercio e l’imprenditoria in
genere hanno riscosso il proprio tornaconto.
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