La notizia già ventilava
nell’aria da qualche settimana, purtroppo nella mattina di Pasqua c’è stata la
conferma ufficiale: dopo più di quattro secoli i frati non celebreranno più in
San Pasquale. Di origini tardo rinascimentali, il Convento
(cfr. foto di copertina) prese dapprima la
denominazione e la dedica a “San Francesco”, e così viene riportato sulla
cartografia e la documentazione storica ufficiale, fino al XIX secolo. Più
recente la denominazione attuale "San Pasquale”, che poi ha dato nome alla
contrada circostante e alla strada che congiunge il paese al convento. Grande è
il legame della comunità pietramelarese con i frati, fatto di usanze e
tradizioni, sopravvissute da secoli e secoli. Tanto per citarne qualcuna la
benedizione degli animali, nel giorno di S. Antonio Abate, il rito
(precristiano) del “fuoco di Natale”. Va citata inoltre l’accoglienza ai
pellegrini che, dapprima a piedi, e più recentemente automuniti, si recavano al
convento da Sant’Elia Fiume Rapido, vicino Cassino, per la festa di San
Pasquale, a cui erano devoti. Il ricordo dei guardiani
Padre Eustachio,
Padre Ludovico, del serafico
Padre Benigno, fino all’ultimo
Padre Angelico,
perito tragicamente negli anni novanta, è ancora vivo nella popolazione e nei
numerosi adepti.
Terminata, con quel
tragico evento, la secolare residenza dei frati in San Pasquale, la provincia
francescana dispose che le funzioni religiose fossero continuate ad officiare
da parte dei Frati del Convento di Sant’Antonio in Teano, chiuso anch’esso
recentemente, e poi, in ultimo, da quelli del Convento di Santa Maria dei
Lattani, in Roccamonfina. Chi fra i miei quattro lettori voglia approfondire
può consultare sullo stesso blog scribacchiato “LA FESTA DI SAN PASQUALE”
(https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2014/05/la-festa-di-san-pasquale.html),
“SAN PASQUALE”
(https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2019/12/san-pasquale_23.html).L’annuncio del dover
lasciare per sempre il nostro convento e la nostra chiesa, lo ha dato la
mattina di Pasqua nel corso della Messa delle sette e mezza, il guardiano dei
Lattani,
Padre Adriano, che con voce emozionata, ha riferito che il Vescovo
Cirulli disponeva che i frati fossero sostituiti nella celebrazione dal parroco
di Sant’Agostino, e che in nome del voto di obbedienza tale disposizione fosse
osservata. Lo stesso sacerdote ha sottolineato inoltre di essere estremamente
dispiaciuto di non poter più celebrare per i numerosi fedeli che, come il
sottoscritto blogger, frequentavano quella Messa alle sette e mezza del mattino
domenicale, e che il volontariato diffuso che anima la Chiesa e quel che resta
del Convento, è encomiabile, fatto che distingue ancora una volta
Pietramelara dalle comunità analoghe dei paesi vicini. Il carissimo
Gianni
Ionata, presa la parola per ringraziarlo e salutarlo, con tono deciso ha lasciato
trapelare il suo personale dissenso nei confronti delle decisioni prese dal vescovo,
peraltro condiviso da ognuno dei suoi amici che, con abnegazione e sacrificio,
si dedicano alla sopravvivenza della devozione a San Pasquale.
La mia personale
opinione è che tale decisione è figlia dei tempi, della penuria di vocazioni, e
del dover assicurare la presenza di almeno un sacerdote per comunità di fedeli:
dalla più piccole, a quelle di dimensioni maggiori. Resta comunque un senso di amarezza,
nel dover rinunciare a una tradizione plurisecolare che ha fuso la devozione
dei pietramelaresi alla pietà dei frati, che si interrompe adesso per sempre, a
causa di disposizioni (forse un po’) affrettate.