Non si sa ancora, dopo più di un
anno, se, come e quando riaprirà la nostra Chiesa di San Rocco, maggiore
edificio di culto del nostro paese, descritta tempo fa tra le pagine di questo
blog scribacchiato (https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2018/02/la-chiesa-di-san-rocco.html);
ritengo inutile ricercare le responsabilità di tale situazione, tra le
istituzioni ecclesiastiche e/o tra quelle civili; oggi invece vi voglio parlare
di come si affrontavano i problemi nel passato recente, a proposito della rimozione
e restauro della croce sommitale della chiesa di San Rocco, appunto.
Un restauro resosi necessario per le ingiurie del tempo, quello operato alla croce nel ormai lontano 2006, ne parlai in un pezzo pubblicato su “Il Corriere di Caserta”, nel dicembre del 2006. Questo l’esordio dell’articolo: “La grande croce metallica che sovrastala Chiesa di San Rocco ha dimensioni veramente
notevoli, 3 metri
di altezza per 2 di apertura, anche se –forse- guardandola dalla piazza non ci
si fa troppo caso. Realizzata in ferro nei primi anni del XX secolo, ha una
struttura con cellule illuminate da lampade elettriche. Nel corso di un recente
sopralluogo, operato nello scorso autunno, l’ardito tecnico che si avventurò a
varie decine di metri di altezza sul punto sommitale della facciata, poté
notare che l’opera era in uno stato di deterioramento avanzato, che la ruggine
l’aveva aggredita in vari punti e che nelle cellule che ospitano le lampade si
erano insediati nidi di vespe ed altri insetti”.
Un restauro resosi necessario per le ingiurie del tempo, quello operato alla croce nel ormai lontano 2006, ne parlai in un pezzo pubblicato su “Il Corriere di Caserta”, nel dicembre del 2006. Questo l’esordio dell’articolo: “La grande croce metallica che sovrasta
foto n. 2 |
Nessun commento:
Posta un commento