Non riesco a capire tutto questo
bailamme per l’ammissione all’IPIC (Inventario del Patrimonio Culturale
Immateriale Campano) della nobile e più che centenaria tradizione
pietramelarese del Pellegrinaggio a piedi a Castelpetroso! Articoli su articoli
sulla stampa web, passaggi ripetuti sulla pagina Facebook del comune… mah.
L’avevo già scritto in una
precedente nota, si trattava “di una mera presa d’atto della scheda proposta,
null’altro” (cfr. https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2022/08/strumentalizzare-chi.html).
Non capisco, ripeto, allora tutto il chiasso mediatico intorno al fatto che un
filmato del pellegrinaggio sia stato esposto in seno all’evento all’uopo predisposto
dalla Regione Campania. Che Pietramelara, così come le altre aree rurali
interne abbia bisogno di visibilità non c’è dubbio, ma l’opzione di cavalcare
la tigre del patrimonio immateriale, a mio parere (a pensar male si fa peccato,
ma quasi sempre ci si azzecca, Andreotti docet), è legata al fatto che tale
patrimonio, in quanto immateriale non ha bisogno di recuperi, restauri, manutenzioni
varie, basta fare ammuina!
Ritengo invece che il vero bisogno si concentri sul patrimonio materiale …quello sì! Possediamo gioielli invidiati da tante realtà: il borgo altomedioevale, le grotte di Seiano, le Chiese monumentali (alcune chiuse da tempo immemore), ma purtroppo giacciono abbandonati a se stessi. Gli eventi che dovrebbero animare tali veri e propri gioielli, sono stati di fatto cancellati, celandosi dietro garbugli burocratici; non parlando poi della manutenzione, invocata a più voci, anche nel corso del recente incontro del 7 ottobre, presso la casa comunale. Un esempio fra tutti… ieri sera mi sono recato presso il palazzo ducale, per pagare (sigh) l’assicurazione RCA, ed ho notato la pavimentazione del cortile (cfr. immagine di copertina), purtroppo con sommo rammarico mi sono reso conto di un piccolo particolare, ma molto significativo: le piastre in ferro per liberare dal fango gli stivali in entrata, erano state eliminate. Vedete, cari lettori, si tratta di una minuzia, ma di sicuro una testimonianza della nobiltà della casa Caracciolo che per secoli ha retto ed abitato quella dimora; su quelle piastre, di sicuro, furono puliti gli stivali di Ferdinando II di Borbone, sovrano delle Due Sicilie, nella visita che fece a Lucio Caracciolo, il giorno 7 maggio 1836 (cfr. https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2016/01/7-maggio-1836-fu-vera-cortesia.html); si dirà: “il cantiere è ancora in corso, possiamo benissimo riposizionare le piastre”. Ma come, se i basoli sono già stati posti in opera?
Ed allora, cari amici amministratori, ben venga l’IPIC, va bene tutto, ma mi permetto di ricordarvi che il vostro primo dovere è quello di tutelare il patrimonio materiale di Pietramelara, pietre testimoni di una storia gloriosa per una comunità che si è sempre distinta nel circondario.
Ritengo invece che il vero bisogno si concentri sul patrimonio materiale …quello sì! Possediamo gioielli invidiati da tante realtà: il borgo altomedioevale, le grotte di Seiano, le Chiese monumentali (alcune chiuse da tempo immemore), ma purtroppo giacciono abbandonati a se stessi. Gli eventi che dovrebbero animare tali veri e propri gioielli, sono stati di fatto cancellati, celandosi dietro garbugli burocratici; non parlando poi della manutenzione, invocata a più voci, anche nel corso del recente incontro del 7 ottobre, presso la casa comunale. Un esempio fra tutti… ieri sera mi sono recato presso il palazzo ducale, per pagare (sigh) l’assicurazione RCA, ed ho notato la pavimentazione del cortile (cfr. immagine di copertina), purtroppo con sommo rammarico mi sono reso conto di un piccolo particolare, ma molto significativo: le piastre in ferro per liberare dal fango gli stivali in entrata, erano state eliminate. Vedete, cari lettori, si tratta di una minuzia, ma di sicuro una testimonianza della nobiltà della casa Caracciolo che per secoli ha retto ed abitato quella dimora; su quelle piastre, di sicuro, furono puliti gli stivali di Ferdinando II di Borbone, sovrano delle Due Sicilie, nella visita che fece a Lucio Caracciolo, il giorno 7 maggio 1836 (cfr. https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2016/01/7-maggio-1836-fu-vera-cortesia.html); si dirà: “il cantiere è ancora in corso, possiamo benissimo riposizionare le piastre”. Ma come, se i basoli sono già stati posti in opera?
Ed allora, cari amici amministratori, ben venga l’IPIC, va bene tutto, ma mi permetto di ricordarvi che il vostro primo dovere è quello di tutelare il patrimonio materiale di Pietramelara, pietre testimoni di una storia gloriosa per una comunità che si è sempre distinta nel circondario.
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