Illustri clinici, un
giornalista di grido, un parterre interessato, le autorità: questa la cornice
dell’evento celebratosi ieri sera nel Chiostro di Sant’Agostino. Il chiostro,
un tempo nucleo del Monastero Agostiniano di Santa Maria della Carità, sembrava
la location ideale per presentare il libro dato alle stampe dal Prof. Gaspare
Bassi, dal titolo “Il romanzo di Pietramelara- venti secoli di guerre ed eroi”,
tratto da appunti del proprio nonno ed omonimo Don Gaspare Bassi, deceduto nel
1949. Riprendo le espressioni dell’autore, relative all’opera data alle stampe
essa è: “espressione del grande amore che il nonno aveva verso i suoi
concittadini, dei quali nel libro, con orgoglio, sottolinea sempre le doti di
bontà, di religiosità, e di rispetto delle tradizioni”. E’ questo, a parere di
chi scrive, un approccio di grande forza per chi vuole descrivere un luogo e
una comunità che vi dimora e che vi ha dimorato nei secoli; approccio che, tra
l’altro, condivido in pieno nelle cose che scribacchio. Venti secoli di storia
locale sintetizzati in un quaderno di appunti, per lungo tempo disperso e poi,
quasi per caso, ritrovato dal Bassi junior, il quale guidato dall’amore per il
nonno e per i luoghi natii, ha pensato di darlo alle stampe per farne dono a
Pietramelara e ad ogni suo amico e collega interessato alla cosa.
La storia parte dalle guerre sannitiche e dalle stragi e distruzioni che ne seguirono, e di dipana lungo le guerre puniche, con la campagna di Annibale nell’Italia meridionale, quindi il tramonto dell’Impero Romano e le lotte tra Carlo Magno e i saraceni con il contributo di Nicolò Monforte, la presenza dei Cavalieri di Malta in Pietramelara, durata fino al XIX secolo, la distruzione e il sacco avvenuta nel 1496, il tramonto politico dei Monforte e l’avvento di Faustina Colonna, con il dominio asburgico di Carlo V, l’Inquisizione e il correlato sorgere delle Congregazioni e confraternite religiose. La lunga descrizione si interrompe agli inizi del Settecento… non se ne conosce il motivo ma, non vi è dubbio che la volontà del Bassi era quella di giungere fino ai suoi giorni, al risorgimento e l’unità nazionale; forse dovette esserci un motivo di forza maggiore ad impedire il completamento dell’opera.
Dalla sommaria scorsa che ho potuto dare all’opera, di cui sono venuto in possesso ieri pomeriggio, emerge un fatto incontrovertibile: Don Gaspare Bassi, vissuto tra l’ottocento ed il novecento in Pietramelara è un intellettuale che si è documentato come ha potuto dalle fonti archivistiche disponibili, date le caratteristiche del periodo; certo, se avesse posseduto un PC connesso al web, avrebbe documentato in modo ancor più rigoroso il suo lodevole lavoro. Comunque l’autore di “Frammenti” (questo è il nome originariamente dato alla ricerca) è il prodotto di un humus culturale diffuso in Pietramelara anche in periodi più bui dell’attuale. Basti pensare che nel settecento, come già riportato in precedenti pezzi su questo blog scribacchiato “operavano in paese 4 notai, servendo un’area geografica probabilmente molto più vasta, alcuni “dottori fisici”, così si chiamavano i medici allora, avvocati e innumerevoli sacerdoti, canonici e chierici” (cfr. ERRICO LEONE E IL PUNTO DI PARTENZA, 25 MAGGIO 2019 http://scribacchiandoperme.blogspot.com/2019/05/errico-leone-e-il-punto-di-partenza.html). In tale clima dovette maturare la coscienza civica e storiografica di Don Gaspare, o come lo chiamavano tutti in paese “Ron Gasparrinu”. Al nipote fedele, ed ancorato alla tradizione familiare, Professor Gaspare Bassi il plauso di tutta Pietramelara, per aver ribadito, dando alle stampe l’opera, ancora una volta il ruolo di tale comunità nell’Alto Casertano.
La storia parte dalle guerre sannitiche e dalle stragi e distruzioni che ne seguirono, e di dipana lungo le guerre puniche, con la campagna di Annibale nell’Italia meridionale, quindi il tramonto dell’Impero Romano e le lotte tra Carlo Magno e i saraceni con il contributo di Nicolò Monforte, la presenza dei Cavalieri di Malta in Pietramelara, durata fino al XIX secolo, la distruzione e il sacco avvenuta nel 1496, il tramonto politico dei Monforte e l’avvento di Faustina Colonna, con il dominio asburgico di Carlo V, l’Inquisizione e il correlato sorgere delle Congregazioni e confraternite religiose. La lunga descrizione si interrompe agli inizi del Settecento… non se ne conosce il motivo ma, non vi è dubbio che la volontà del Bassi era quella di giungere fino ai suoi giorni, al risorgimento e l’unità nazionale; forse dovette esserci un motivo di forza maggiore ad impedire il completamento dell’opera.
Dalla sommaria scorsa che ho potuto dare all’opera, di cui sono venuto in possesso ieri pomeriggio, emerge un fatto incontrovertibile: Don Gaspare Bassi, vissuto tra l’ottocento ed il novecento in Pietramelara è un intellettuale che si è documentato come ha potuto dalle fonti archivistiche disponibili, date le caratteristiche del periodo; certo, se avesse posseduto un PC connesso al web, avrebbe documentato in modo ancor più rigoroso il suo lodevole lavoro. Comunque l’autore di “Frammenti” (questo è il nome originariamente dato alla ricerca) è il prodotto di un humus culturale diffuso in Pietramelara anche in periodi più bui dell’attuale. Basti pensare che nel settecento, come già riportato in precedenti pezzi su questo blog scribacchiato “operavano in paese 4 notai, servendo un’area geografica probabilmente molto più vasta, alcuni “dottori fisici”, così si chiamavano i medici allora, avvocati e innumerevoli sacerdoti, canonici e chierici” (cfr. ERRICO LEONE E IL PUNTO DI PARTENZA, 25 MAGGIO 2019 http://scribacchiandoperme.blogspot.com/2019/05/errico-leone-e-il-punto-di-partenza.html). In tale clima dovette maturare la coscienza civica e storiografica di Don Gaspare, o come lo chiamavano tutti in paese “Ron Gasparrinu”. Al nipote fedele, ed ancorato alla tradizione familiare, Professor Gaspare Bassi il plauso di tutta Pietramelara, per aver ribadito, dando alle stampe l’opera, ancora una volta il ruolo di tale comunità nell’Alto Casertano.