L’aspetto è quello di un borgo fantasma, uno di quelli che hanno fatto da scenario a tanti film western, parlo del borgo medievale di San Felice, raggiungibile facilmente dalla superstrada Caianello-Telese, dal cui svincolo dista appena qualche chilometro.
E’ dotato di mura perimetrali munite di varie torrette difensive, a ridosso delle quali si scorgono le prime grandi abitazioni ormai in piena rovina, la piazzetta antistante l'antica chiesa parrocchiale mostra una grande quercia secolare. All’interno del borgo si scorge, anche venendo da lontano, un imponente castello/palazzo signorile. Dalla piazzetta poi si diramano parecchie vie interne, percorribili solo con scarpe adatte e con molta attenzione e delicatezza, poiché le rovine sono in vari punti abbastanza instabili; nelle case, o in quello che di esse rimane, fanno bella mostra forni e camini: in qualcuna si scorgono ancora scaffali a muro. Dal borgo, guardando verso il basso si può ammirare il panorama di una campagna estesa e verdeggiante, percorsa da stradine, rivi, siepi ed alberature, ed in cui si pratica un’agricoltura abbastanza redditizia.
L’abbandono cominciò nel secondo dopoguerra, e si completò agli inizi degli anni ’60, con la costruzione e l’urbanizzazione della nuova San Felice, ai piedi della collinetta. Quali ne furono i motivi? … sicuramente il principale fu la cronica mancanza di acqua che determinava problemi igienici e limitava ogni sviluppo demografico ed economico; si racconta al proposito che, passando di la, chiedere una bevuta d’acqua equivaleva alla richiesta di qualcosa di veramente prezioso. Attualmente San Felice è una frazione del comune di Pietravairano, ma le prime notizie documentate relative all'esistenza di un borgo fortificato sulla cima dell'omonima collina si hanno nel 1117. In un documento è scritto: "… intra fines castri Sancti Felicis…".
Nel 1269 metà del castello era di proprietà di Costanza di Sanfelice, mentre l'altra metà di Andrea de Roccaromana. Nel 1304 fu investito della baronia Filippo de Roccaromana. Nel 1404 Paride di Sanfelice, Cameriere e Familiare di Re Carlo III di Durazzo, da questi nominato Viceré e Capitano Generale di Terra di Lavoro e Contado di Molise, acquistò da Re Ladislao il castello di San Felice, antico dominio della sua famiglia. I Sanfelice detennero nuovamente il feudo fino al 1584 allorquando fu acquistato da Pietro Migliaccio, al quale successe il figlio Giovanvincenzo nel 1590 ed il di lui figlio Francesco.
I legami del popolo sanfeliciano con Pietramelara sono stati sempre solidi e stretti: tanti i matrimoni celebrati fra appartenenti alle due comunità; inoltre la parrocchia locale è stata retta ad hinterim per lungo tempo da sacerdoti officianti a Pietramelara. I legami si fecero così stretti che, verso la fine degli anni ‘50, mentre era già in corso il trasferimento in basso della comunità ivi dimorante, fu organizzata una sottoscrizione per richiedere che la frazione fosse staccata dal comune di Pietravairano, per essere annessa a Pietramelara. Com’è noto, poi non se ne fece nulla, perché anche allora la “politica politicante” fece sentire la propria voce e, complice anche qualche amministratore pietramelarese del tempo, la petizione fu respinta, si disse per impedire che il comune di Pietravairano, persa San Felice, si fosse troppo indebolito demograficamente e pertanto annesso alla vicina Vairano Patenora.
Storie di altri tempi che stanno a dimostrare che poi il mondo, anche dopo decenni e decenni, in fondo cambia poco.
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