Cosa mi rimane dei miei sessant’anni vissuti in un attimo? Per rispondere diciamo che io, blogger scribacchiante, non voglio tediare i miei quattro lettori con un diario ne con un bilancio… soddisfazioni e batoste (che non sono mancate) mi hanno fatto crescere, tenere i piedi saldamente a terra, e rendermi sempre conto, nel bene e nel male, di quello che sono.
Mi piace ricordare di più le cose belle, anche se ad esse è legata la tristezza per volti carissimi che non vedrò più. I miei genitori che mi hanno dato tanto in affetto, valori positivi e risorse materiali per quanto hanno potuto. I miei amici che hanno rallegrato l’infanzia, l’adolescenza e la gioventù; è bello ancor oggi trascorrere delle ore insieme a ricordare e sorridere, magari raggiungere a sessant’anni suonati una delle cime del Monte Maggiore e godere di una vista mozzafiato su un territorio ancora non minato dalle negatività prodotte dagli avidi; pensare adesso a coloro che hanno condiviso con me un pezzo di strada e oggi riposano mi induce ancora una volta, nella mestizia, a ringraziare per il mio stato di salute ancora buono.
La mia Pietramelara, che per quanto cambiata (non in meglio) è sempre un porto in cui sentirsi al sicuro dalle tempeste: ho lottato per essa, avrei voluto offrirle un contributo maggiore ma, tant’è… ch’amm’ a fa!
Il mio lavoro a cui dedico la parte principale della giornata: non è stato semplice ne poco impegnativo ritagliarsi un ruolo, ma posso dire che la stima che avverto è tangibile, e che si prova non poca soddisfazione nel vedere che le iniziative poste in essere frequentemente si traducono in tangibili realtà. I miei hobby: l’orto, l’oliveto, la piccola casa in campagna, fatica non sempre coronata da frutti, ma sicuramente un modo sano e salutare per riconciliarsi con la natura nell'esiguo tempo libero a disposizione, tra l’altro mi danno la possibilità di mettere in pratica ciò che ho studiato; è bello confrontare le proprie esperienze con coloro che condividono questa passione.
E veniamo a loro, alla mia famiglia, stare insieme a loro tre, magari la sera, ti fa sentire appagato di tutto ciò che hai profuso in energie durante la giornata. Considero le mie figlie il dono più bello ed importante che la vita mi ha concesso, e desidero per loro due il futuro a cui ambiscono, e che le ripaghi dei sacrifici che fanno, giorno per giorno.
E’ questo il modo di ringraziarvi, carissimi, per i tantissimi auguri che in questo momento mi raggiungono con ogni mezzo: il piacere di riceverli mi emoziona non poco, anche perché a volte giungono espressioni augurali da parte di persone che sono state oggettivamente trascurate.
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