Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

sabato 27 febbraio 2016

13 MARZO: UN EVENTO DAI MOLTEPLICI OBIETTIVI

L’evento si terrà domenica 13 marzo prossima ma, a scanso di equivoci, quella che ci accingiamo a fare insieme non sarà solo la solita passeggiata in montagna: un gruppo di amici, il sentiero da percorrere, la colazione giunti alla meta e ritorno. Penso, per come è stata pensata, progettata e portata avanti dall’Associazione Work in Progress - Pietramelara, che sarà molto di più e molto meglio.
Prima di tutto per le finalità che sono molteplici: ammirare due ambienti e paesaggi unici, diversi fra loro, anche stando a strettissimo contatto, la pendice nord e quella sud del Monte Maggiore; la prima dotata di vegetazione lussureggiante, angoli freschi anche nei momenti più torridi dell’estate, la seconda dove prevale il sole e tutto ciò che vi si è insediato ha dovuto fare i conti con esso; ed allora sono quasi solo loro l’erica, il mirto, l’asparago, il timo ed il ginepro a farla da padroni, offrendo una gamma cromatica e odori e sapori del tutto caratteristici. Sarà bello osservare come in pochi metri le immagini che si parano davanti agli occhi cambino con una rapidità inaudita.
Andare fin lassù per ripercorrere i passi di chi lo ha fatto prima di noi: carbonai, taglialegna, mulattieri, uomini che sulla montagna hanno basato un’intera economia; costoro hanno stabilito uno storico legame con la gente dell’altro versante, che anche grazie a iniziative come questa viene rinnovato e rinsaldato. Gli eremi che visiteremo, Santa Maria a Fradejanne e San Salvatore, stanno li a testimoniare che fino a mezzo secolo fa la gente è vissuta di montagna e che li c’era qualcuno, dall’animo pio, che cercava di nutrire lo spirito oltre che il corpo. Mai come oggi abbiamo bisogno di queste relazioni tra comunità che anche in tal modo resistono all’abbandono e allo spopolamento.
Partecipare significa prender parte all’evento di inaugurazione degli antichi pozzi di Croce, restaurati e rifunzionalizzati nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013, appena concluso. Un luogo abbandonato da decenni che, grazie alle risorse europee, ha ripreso linfa vitale, mettendo a disposizione dei fruitori uno scorcio suggestivo in cui le antiche architetture in tufo si sposano con il contesto. Sapienti interventi di ingegneria naturalistica conferiscono particolare lustro a progettisti e maestranze impegnate nell’opera. L’Associazione Work in Progress in tal modo distoglie, anche se solo per un momento, l’attenzione dal Borgo di Pietramelara sul quale sono state finora appuntate tutte le attività sociali.
L’evento, infine, avrà anche un risvolto enogastronomico: un buffet a basi di produzioni tipiche del luogo, preparato da mani sapienti, in grado di offrire un giusto epilogo ai partecipanti, frutto di una cultura contadina dal carattere povero ma sempre attento nella scelta degli alimenti e delle preparazioni.
Partecipare alla passeggiata, iscriversi e prenotarsi significa approfittare di un occasione unica nel suo genere, dalle finalità molteplici ed articolate, in grado di evocare un passato che tuttora permea il nostro presente.

domenica 21 febbraio 2016

LA DIGNITA’ DI CENERENTOLA

Alcune notizie giornalistiche ripetutamente passate sui media più diffusi, ci dicono dello stato attuale della nostra agricoltura: secondo il Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'economia agraria), organismo di ricerca controllato dal Ministero dell’Agricoltura, le attività agricole crescono e si confermano come settore chiave per l’economia italiana.
Nel corso della recente presentazione dell’Annuario dell’agricoltura italiana 2014, l’ente ha anticipato poi alcuni dati del 2015, che vede una produzione in aumento del 2,3%, grazie alle produzioni vegetali (+4,8%), in particolare per vino (+12%) e olio (+47,5%). Segnali di fiducia anche per l’ agrituristimo, che per il 2014 ha confermato la crescita del settore, con un aumento delle strutture del 4%; sempre più importante poi l’agricoltura biologica, con una superficie agricola di circa 1,4 milioni di ettari, in crescita del 5,4% e oltre 55mila operatori biologici. Sul fronte delle eccellenze agroalimentari, anche nel 2014 l’Italia si è posizionata in testa nella classifica Ue per numero di prodotti Dop e Igp, così come mantiene la vetta della classifica anche per le Docg e Doc nel vino. Una vitalità unica, anche in considerazione dell’andamento attuale degli altri settori dell’economia.
Ma c’è da meravigliarsi? … mi domando io. Da sempre la nostra gente è vissuta di questo, il nostro territorio possiede una vocazionalità innata per ogni tipo di produzione agricola, e grazie ad una tradizione plurimillenaria, la qualità di qualsiasi prodotto è tanto elevata da essere riconosciuta in ogni angolo del mondo come superiore, e da produrre innumerevoli tentativi di imitazione.
Eppure se da una parte la stragrande maggioranza dei nostri politici continua a ignorare o a fingere di ignorare tale stato di cose e, per miope calcolo, incentivare comparti produttivi strutturalmente “decotti”, dall’altra anche l’opinione pubblica diffusa mostra disinteresse. Ed allora accanto a scelte deleterie della politica, come il recente permesso accordato all’ingresso dell’olio tunisino sui nostri mercati, la gente comune non si comporta diversamente: dalle nostre parti abbiamo osservato che ettari e ettari dei suoli più fertili sono stati sacrificati per erigere megacentri commerciali; il rispetto del comune cittadino per il territorio agricolo è tanto basso da aver generato la deprecabile abitudine di sversare immondizie nei fossi e a volte anche direttamente sui terreni.
Certo, penserà qualcuno di voi, uno che ha scelto la professione di agronomo non può esprimersi in modo differente ma … non vi sembra, miei cari quattro lettori che sia giunto il momento di cominciare a ripensare alla terra non solo come risorsa economica primaria, in grado di produrre lavoro ed ingente ricchezza, ma anche come un bene meritevole di rispetto e considerazione? A quella che per decenni interi è stata la vera “Cenerentola” dell’economia italiana, deve essere restituita dignità e considerazione.
I “sogni industriali” cozzano sempre più violentemente contro un economia globalizzata, in grado di produrre altrove con costi molto più bassi. Con serenità e realismo bisogna fare qualche passo indietro per permetterne molti più in avanti. E’ giunto il momento di far ritrovare a Cenerentola la scarpina di cristallo … come? Senz’altro tornando alle risorse del territorio, quelle che nessuno ci può togliere; e così l’agricoltura e la collegata enogastronomia, le tradizioni, un paesaggio di bellezza unica, nonostante le violenze subite, prenderanno il posto idealmente e nella realtà, se ben gestite, delle catene di montaggio.