Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

sabato 16 gennaio 2021

UN PRESEPE CON STRASCICO PENALE

La notizia, passata tra l’altro sui TG nazionali, è questa: per idea e impulso di Guillermo Mariotto, stilista, opinionista televisivo, nonché giudice un po’ saccente a “Ballando con le stelle” (vedi foto) è stato realizzato a Roma un Presepe   
con la forma e i colori dell’Italia visti dal cielo, comprese le sue bellissime isole: 19,52 metri di lunghezza per 14 metri di larghezza circondato dai mari. Un presepe moderno, accolto dal Comune di Roma, questo esposto nella grande e rinnovata Piazza Vittorio nel quartiere Esquilino, quartiere multietnico per eccellenza. L’aspetto più singolare riguarda la partecipazione di bambini di Italia e di Europa al grande Presepe con le loro “statuine robotizzate” che somigli ad un robot ed essere portatrice di dote morale, un valore o una virtu’! Il presepe che si evolve dalla classica tradizione, domestica e natalizia, di rappresentazione della Natività, a spaccato e metafora del mondo di oggi.
La memoria, che non mi difetta, mi ricorda che, ancora una volta, Pietramelara con le sue energie e risorse ha fatto da precursore molto tempo prima: circa quarant’anni fa!
Nato da un’originalissima idea del compianto Nunzio Marco Della Torre (vedi foto), in seno alle attività della Pro Loco, agli inizi degli anni ottanta, fu allestito infatti nella parte della piazza antistante il Bar De Nuccio, un Presepe con forte valenza simbolica e metaforica di quegli anni.
Una rete metallica, a maglie larghe, sorreggeva un’istallazione verticale di plastica semitrasparente, e nel semi labirinto così formato si scorgevano, accanto alla scena della Natività, alcuni caratteri tipici della società del tempo, sotto forma di sagome lignee: tra l’altro un uomo armato di pistola (erano i tempi delle brigate rosse) e una ragazza nuda, nelle intenzioni dell’artefice una prostituta sfruttata dalla malavita. Tuttavia quella che doveva essere una bella serata di innovazione e condivisione, si trasformò per il caro Nunzio in una sorta di incubo natalizio: chiamati da qualche benpensante, intervennero i Carabinieri, che lo condussero in caserma per essere interrogato, addirittura con l’accusa di “apologia del terrorismo”, con il pretesto tra l’altro che la stella, presente in ogni presepe che si rispetti, in quel caso era un ulteriore richiamo alle Brigate Rosse e al loro simbolo, appunto una stella.
A cosa era dovuto tanto esagerato accanimento nei confronti di un’iniziativa, quella di modernizzare un Presepe, che ancora oggi, come riportato in apertura, ha ampia risonanza mediatica? Dall’idea che me ne sono fatta, in seno all’Amministrazione Sorbo, che vigeva, si era generata una fronda dissidente, iperattiva e smaniosa di conquistare il Comune, anche bruciando le tappe, e con ogni mezzo ritenuto opportuno. Nelle intenzioni dei vertici del gruppo consiliare che ne era derivato, la Pro Loco, allora presieduta da Gabbì Bassi, era considerata un utilissimo strumento in grado favorire tale conquista. Una Pro Loco addomesticata avrebbe conferito visibilità e spazi di manovra, che altrimenti sarebbero mancati. L’occasione del Presepe “modernizzato” fu ghiotta: bastò aizzare qualche adepto particolarmente tifoso e il gioco riuscì, anche perché, per le conseguenze che ne derivarono, di lì a poco il direttivo Pro Loco si dimise. Per Nunzio uno strascico durato qualche anno, per fortuna risolto nel migliore dei modi.

giovedì 7 gennaio 2021

DISORDINI A WASHINGTON: UN PRECEDENTE A PIETRAMELARA?

Leggo da un articolo uscito stamattina sul quotidiano torinese La Stampa: “WASHINGTON. Sono quattro le persone morte durante l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti da parte dei sostenitori del presidente Donald Trump. Lo ha reso noto il capo della polizia di Washington DC Robert Contee. Tra le vittime, la donna colpita dalla polizia e morta in seguito alle ferite d'arma da fuoco riportate, e altre tre persone decedute per emergenze e complicazioni mediche. Quello che è accaduto a Washington è una situazione senza precedenti, che ha scosso il mondo intero”. Sulla gravità dell’episodio accaduto all’interno del “tempio” della democrazia americana non ci sono dubbi: nella seduta veniva certificata la vittoria di Joe Biden nella competizione per la Casa Bianca.
Sulla mancanza di precedenti tuttavia, anche se a scala infinitamente minore, non sono così d’accordo.
Pochi di voi lo ricorderanno, io ne ho ricordo netto, nonostante i miei 10 anni e pochi mesi, ma nel nostro piccolo paese qualcosa del genere si verificò nel 1970, all’atto dell’insediamento di Rocco Cerbo sulla poltrona di sindaco a Pietramelara, per la cronaca fratello di mia madre, quindi mio zio. Si usciva da una campagna elettorale dai toni infuocati, dopo decenni di sindacatura dell’avvocato Pasquale Onorato, la Democrazia Cristiana, partito egemone a Pietramelara, conferì al Cerbo la candidatura a capolista (l’elezione diretta del sindaco sarebbe stata introdotta con la legge 25 marzo 1993, n. 81), fatto che lasciava prevedere che, in caso di vittoria della lista con lo scudo crociato, il consiglio comunale lo avrebbe eletto sindaco; il leader della lista avversaria, di ispirazione socialista, era Gianni Sorbo, avversario storico e sindaco per due mandati, successivamente . Il risultato delle urne fu inequivocabile, anche perché a causa di indicazioni di voto imprecise, molti che volevano votare la lista filosocialista diedero un semplice voto di preferenza al Sorbo, la vittoria democristiana fu chiara: apriti cielo! ... ricorsi, denunce, invettive di vario tipo. La rabbia montò già al momento dello spoglio, quando ci si rese conto che il Cerbo sarebbe stato, volenti o nolenti, sindaco di Pietramelara per un quinquennio, tuttavia una vera e propria sommossa si generò al momento dell’insediamento, con un premeditato assalto al Municipio in Piazza Sant’Agostino (logo in copertina). Era evidente che l’atmosfera era bollente e, pertanto, qualcuno o beneinformato, o perché dotato di un buon senso di premonizione, verosimilmente il maresciallo dei Carabinieri, si preoccupò di chiamare rinforzi: la Celere (reparto della Polizia con funzioni di ordine pubblico) allora intervenne in forze, cosa mai successa prima, in un paesino di campagna di poco più di quattromila anime. Le note di colore si sprecarono e, anche se i miei genitori mi tennero lontano dal "teatro delle operazioni": si racconta che in uno scontro ravvicinato fra passionarie di opposte fazioni, ambedue si strapparono a vicenda la gonna, finendo la lotta in sottana, qualcun altro si sentì male inveendo verbalmente, forse in modo troppo esagerato. Il sindaco eletto fu scortato dalle forze dell’ordine fino a casa, seguito da un corteo vociante ed imprecante, che tentò anche, senza riuscirci, di penetrare in casa. 
Per fortuna poco dopo gli animi si calmarono, e i risvolti, in quel lontano caso, non furono drammatici!
Chi l’avrebbe mai detto che ben cinquant’anni dopo, nei lontani USA, si sarebbe verificato un fatto analogo, anche se con risonata mediatica infinitamente maggiore?