Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

sabato 25 aprile 2020

AD UN PASSO DAL NUOVO INIZIO

Aprile ci lascia e con esso anche, sembra, la pandemia di COVID 19. Già da tempo si parlava della “fase 2” in corso di pianificazione e già da tempo trapelavano indiscrezioni. Si potrà finalmente uscire, anche se rimanendo nel territorio regionale, ma a me basta, si potrà passeggiare e/o praticare sport nel rispetto del distanziamento sociale, non avvicinandosi cioè ad altre persone a distanza inferiore a un metro, alcune attività economiche finalmente torneranno ad essere attive, traendo respiro da ciò.
Ma il vostro blogger scribacchiante cosa ha pianificato per se stesso, per la ripresa? Cominciamo con il dire che il lavoro non mi è mai mancato, anzi, come già scritto in qualche mio precedente pezzo, lavorare da casa a volte prolunga nel tempo l’impegno e amplifica le energie da profondere, anche se il lavoro agile ha costituito un’ottima panacea contro la noia della forzata permanenza in casa (http://scribacchiandoperme.blogspot.com/2020/04/tre-settimane-di-lavoro-agile.html).
Il mio pensiero e la mia azione saranno rivolte all’esercizio fisico: riprenderò le mie camminate nei dintorni, con le cuffiette alle orecchie; curerò l’orto e il piccolo podere con maggior frequenza e minore ansia, mi piacerà recarmi in campagna anche solo per dare un’occhiata, constatare come vanno le cose e ritornare sui miei passi dopo poco. Tuttavia una cosa mi è mancata in questi caldi giorni di primavera, e conto di recuperare al più presto: poter inforcare la moto per bighellonare di qua e di la, allontanarsi verso il mare, godere di quel vento che ti sferza la faccia. La moto è una malattia che ti colpisce da ragazzo e da cui non guarisci neanche in età matura (se non senile), la moto è modo di vivere, è libertà assoluta, è rispetto delle proprie capacità di guidarla, è responsabilità verso chi ti siede dietro. Entusiasma sentirne il rombo e, vi confesso, che più e più volte in questi giorni di forzata immobilità, sono sceso in garage solo per il piacere di accendere il motore, così da ferma, e restare ad ascoltarla. Quando il caldo si farà sentire sarà il caso di trascorrere qualche ora al mare, vedremo in seguito quali saranno le prescrizioni impartite, la sola idea che un bagno possa causare rischi di contagio mi fa sorridere.
Vedrò insieme agli amici della Pro Loco, di reiniziare le attività di valorizzazione delle eccellenze locali, monumentali, ambientali ed enogastronomiche, anche nel rispetto dei limiti oggettivi che la situazione impone: dubito della fattibilità della Sagra, ma comunque penso sia possibile organizzare microeventi di basso profilo, con un numero ridotto di partecipanti.
Soprattutto riprenderò, e spero riprenderemo, a frequentare la piazza, vera agorà della nostra comunità. La piazza è luogo di svago, di scambio di idee e discussioni, di incontri anche non programmati con persone che ti fa piacere frequentare, ma proprio perché inaspettati ancora più graditi. Ai tavolini del bar davanti a un caffè o una birra fresca sarà un piacere tornare a ragionare di campagna, di politica, di sport, a commentare secondo l’uso tipicamente paesano la cronaca locale, con quel pizzico di gossip che non guasta.
Ma tutto ciò, ricordiamolo, sarà possibile solo tenendo ben presente che abbiamo scampato un grave pericolo, che siamo stati risparmiati da momenti di sofferenza estrema, e che pertanto dovremo stare attenti ad osservare quelle precauzioni che ci metteranno al sicuro da eventuali nuovi pericoli.

venerdì 17 aprile 2020

ASPARAGI. UN'ALTRA RINUNCIA

Molte sono le cose a cui eravamo abituati e che, in questo periodo di crisi ed emergenza, legata alla diffusione del COVID-19, ci mancano. Mi è sempre piaciuto, ad esempio, nel periodo primaverile andar per asparagi, anche se con la vista che mi ritrovo il bottino frequentemente è molto magro! Attività collaterale nelle scampagnate (rimpiante) del lunedì in albis era proprio quella di dedicarsi alla raccolta degli asparagi, i spar’ci nel nostro dialetto, da impiegare per una estemporanea frittata, da condividere nel cummitiegliu (trad. piccolo convito, merenda condivisa, n.d.r.)
L’asparago presso di noi ha assunto valore simbolico del periodo pasquale e, guarda caso, uno dei piatti più diffusi sulle nostre tavole è proprio la frittata con gli asparagi. La nostra gastronomia poi, contempla anche altre preparazioni che prevedono l’impiego dei gustosi asparagi: ad esempio una variante della “carbonara” classica è proprio quella in cui all’intingolo di uova, guanciale e parmigiano vengono aggiunti, appunto, gli asparagi.
La parola asparago è di origine greca, aspháragos, che a sua volta deriva dal termine persiano asparag=germoglio. Ciò suggerisce l’origine orientale di questa pianta, che, con ogni probabilità, risale all’antica Mesopotamia.
Alla famiglia botanica delle Asparagaceae appartengono oltre 300 specie di asparago, di cui solo alcune sono presenti nel nostro Paese.
Tra le principali, il selvatico o pungente, Asparagus acutifolius. Parliamo del vero asparago selvatico, si tratta della specie spontanea più diffusa e apprezzata nel nostro Paese.
La fuoriuscita del turione (la parte mangereccia della pianta) dal terreno avviene dall’inizio di marzo (regioni del Sud) e prosegue per tutta la stagione vegetativa; sono di colore variabile, dal verde chiaro fino al verde scuro, quasi violaceo. All’inizio sono teneri e non ramificati, ed è questo il momento ideale per raccoglierli e consumarli. Man mano che si sviluppano, assumono una consistenza più coriacea e formano le nuove ramificazioni della pianta.
L’asparago selvatico è una specie molto rustica, presente quasi ovunque in Italia, con una maggiore concentrazione al Centro-Sud.
Cresce a partire dal livello del mare e fino ai 1300 m di altitudine, ad eccezione delle zone con inverni troppo rigidi. Vegeta bene nella macchia mediterranea, nelle leccete e nei boschi caducifogli.
In generale, predilige l’ombra e spesso lo ritroviamo negli antichi frutteti e oliveti.
L’asparago ha proprietà nutritive, legate alla presenza di fibra, vitamine e potassio nonché curative con effetti diuretici, disintossicanti e depurativi.
Essendo una specie molta rustica, l’asparago selvatico cresce bene in terreni marginali (ad esempio una scarpata sassosa), dove poche altre piante riescono a dare buoni raccolti. Altra sua virtù è di essere una specie pioniera nei terreni attraversati dal fuoco e, per la verità, questa sua caratteristica ha ingenerato in qualche luogo il malcostume (o meglio l’attività criminosa) di bruciare delle aree verdi per aspettare che vi si insedino e sviluppino gli asparagi.
Torneremo presto a raccogliere gli asparagi? Penso di si... via! Anche se ho qualche dubbio per quelli di questa primavera: con ogni probabilità la fase 2 dell’emergenza COVID inizierà quando il caldo e la mancanza di piogge ci priveranno di questo bene prezioso.

sabato 4 aprile 2020

TRE SETTIMANE DI LAVORO AGILE

Finisce così la terza settimana lontana dall’ufficio … il “lavoro agile” o, per dirla con un diffuso anglismo, lo “smart working” ha preso il suo posto. E’ un’esperienza che non avevo mai vissuta nella mia trentennale routine lavorativa, e devo dire la verità: si tratta di una modalità di servizio che non avevo mai preso in considerazione.
Apprendo dalla rete che il lavoro agile o smart-working è una «una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell'attività lavorativa.»
Se ne parla solo da qualche anno in Italia, la disciplina giuridica risale al 2014, con la proposta di legge finalizzata a dare maggiore flessibilità al mercato del lavoro, rilanciata in un disegno di legge collegato al Patto di stabilità 2016 .
Molteplici sono i benefici che ne derivano, si pensi che uno studio recente basato sui dati raccolti in tre anni di osservazione e che ha coinvolto 250 persone operanti in 21 imprese, piccole medie e grandi, riporta i seguenti dati medi per dipendente: 2.400 chilometri percorsi in meno, sette giorni guadagnati e 270 chili di anidride carbonica non immessi nell’aria con un risparmio di circa 1300 euro a dipendente.
Per quanto mi riguarda vi assicuro che non si lavora meno … anzi, in questi giorni di permanenza forzata nelle mura di casa, a volte sono rimasto al pc sino al momento prima di andare a letto. Nell’ufficio no, dal momento di tornare a casa è raro che si continui a pensare a come risolvere un problema, ad immaginare una diversa organizzazione da proporre. Oggi poi con la tecnologia che avanza si può condividere tutto in diretta come se si fosse nella stessa stanza: il telefono, la posta elettronica, le videochiamate, le call conferences, permettono a chiunque un approccio con il lavoro diverso e più elastico.
Vi è da dire che molto è legato al senso di responsabilità che si possiede: una cosa che ho potuto constatare in questi giorni e che chi era abituato ad imboscarsi nelle modalità tradizionali, ha trovato e troverà ulteriori modi per farlo con il lavoro agile; chi invece ha sempre lavorato con impegno e professionalità si industria per sbrigare pratiche, corrispondere con l’utenza, confrontarsi con colleghi e superiori, poco o nulla è cambiato sotto questo punto di vista. Invio la mia brava autocertificazione di servizio verso le sedici ma mi trattengo ancora per molto tempo dopo. Gli obiettivi che la direzione generale ha assegnato all’ufficio saranno comunque conseguiti, nonostante la situazione che stiamo vivendo, decisamente atipica? Ritengo di si, la tecnologia ci da una mano, le risorse umane a disposizione hanno un approccio con essa non problematico e generalmente scevro da ansie.
Potrà questa modalità di lavoro svilupparsi e divenire più diffusa, anche grazie al momento che stiamo vivendo? Ci penso frequentemente, sapete, e se a emergenza “Covid 19” conclusa se ne presentasse l’opportunità per me, lavoratore pendolare che trascorre ben due ore della propria giornata in viaggio, potrei optare per essa anche in via definitiva.