Qualche nota a margine del Carnevale appena trascorso ve l’aspettate, vero miei carissimi quattro lettori? Bene, premesso che il giudizio del vostro blogger scribacchiante non potrà mai essere del tutto obiettivo, in quanto come sapete egli è “parte in causa”, le considerazioni non possono che riprendere e condividere ciò che il Presidente Tabacchino ha già comunicato in giornata, tramite la pagina face book della Pro Loco Pietramelara. Trovo giusto che ognuno sia stato ringraziato, e che a ognuno venga riconosciuto di aver contribuito a ravvivare il nostro piccolo paese. Le cose sono andate bene, anzi benissimo, la partecipazione popolare è stata elevata e si è notato che qualche amico ha voluto farci gradita visita dai paesi dei dintorni. Ci è caduta sulla testa la “tegola” della voragine in piazza, ma chi regge le sorti del paese ha mostrato coraggio e sensibilità nell’autorizzare comunque la manifestazione, di questo lo ringraziamo particolarmente.
Non abbiamo raccolto sterili polemiche, perché pensiamo che esse lascino il tempo che trovano, e poi eravamo tutti troppo impegnati a lavorare per pensare a tali scemenze. La gioia di lavorare insieme ha coinvolto organizzatori, autori dei carri e dei gruppi scenici e le mamme che hanno voluto, con un costume fatto indossare al proprio bimbo, perpetuare una tradizione millenaria; e questo penso che sia l’aspetto più positivo!
Ci sono stati -lo confessiamo- momenti di scoramento in cui ci siamo sentiti soli e sfiduciati, ma più andava avanti la preparazione e più la fiducia e l’ottimismo montavano. Lo sapete, questo blog scribacchiato è un serbatoio di ricordi, e anche chi scrive si è soffermato sul Carnevale Pietramelarese degli anni 70/80, su come fosse stato ricco e attrattivo, d’altronde la mostra multimediale allestita nel Palazzo Ducale ha rievocato immagini che il tempo aveva un po’ sbiadito nella memoria; tuttavia non penso che quel Carnevale di cui si ha nostalgia (giustamente) possa essere paragonato all’attuale: troppe sono le differenze nel contesto che rendono impossibile tale paragone.
Mancano i tanti protagonisti, che lavoravano di notte ed in segreto per un anno intero per rendere la meraviglia di quell’anno più sensazionale del precedente, e manca soprattutto l’ingrediente principale, quel “comune sentire” che identifica una comunità anche da tali cose. Per spiegarmi meglio: è vero che allora c’erano i Panebianco, i Serafini ecc. , ma è tanto più vero che accanto a loro spuntavano iniziative estemporanee di gruppi di amici che, in quattro e quattr’otto, allestivano (alla buona) carri e gruppi scenici, e sortivano un successo fatto di applausi e sonore risate, per l’ironia dei costumi e delle tematiche.
Vedete miei cari quattro lettori: oggi se si prescinde dai lodevolissimi Mattia & c., Elio e figlio, Ferdinando, l’Azione Cattolica e la Maestra Speranza è difficilissimo indurre qualcuno a pensare e fare qualcosa di veramente nuovo e degno di essere apprezzato. Pietramelara è cambiata profondamente da allora, e dubito che sia cambiata in meglio.