La complessità del quadro è elevata, pertanto non si può fare a meno di scegliere, fra i tanti, due o tre indicatori, giudicati più importanti, su cui fondare l’esame della situazione: lo stato dell’ambiente, l’economia locale e la coesione sociale.
Pietramelara non è immune problemi ambientali: scarso controllo del territorio, diffusa mancanza di senso civico, disattenzione delle istituzioni hanno “cancrenizzato” i problemi dell’abusivismo più o meno legalizzato, dell’inquinamento delle falde superficiali e sotterranee, della raccolta dei rifiuti, differenziata solo sulla carta. Le responsabilità sono talmente evidenti che il gioco della ricerca del colpevole appare quasi infantile! I frutti di tale stato di degrado si concretizzano in imbruttimento di un paesaggio caratterizzato da singolare armonia, aumento a dismisura delle patologie tumorali, ed il disagio della cittadinanza che vede il proprio impegno a differenziare, più e più volte deluso da raccolte “omnibus” per ogni tipo di rifiuto urbano.
L’economia versa in uno stato di prostrazione profondo, accentuato da una crisi planetaria e generalizzata. La moria di attività economiche è giornaliera e, soprattutto nel centro storico, ha prodotto l’aspetto urbano di una città fantasma: quasi tutte le saracinesche sono costantemente abbassate e le poche attività che sopravvivono lo fanno a costo di enormi sacrifici o per mancanza di alternative occupazionali. Il carico fiscale è opprimente; si avverte, inoltre, la mancanza del cosiddetto “marketing territoriale”, che eserciti funzione di richiamo nei confronti di eventuali turisti. E’ vero: ogni tanto si celebra qualche cerimonia a carattere sovracomunale, che qualcuno si ostina ancora a chiamare “Grandi Eventi”, ma, passata la giornata, tutto torna a tacere come sempre.
La coesione sociale, terzo ma non ultimo indicatore da esaminare, è anch’essa ai minimi storici. In una comunità caratterizzata da senso dell’ospitalità e proverbialmente incline alle relazioni umane e familiari, ci si richiude sempre più in se stessi. La piazza ha da tempo perso la funzione secolare di “agorà”: chi vi si reca allo scopo di scambiare quattro chiacchiere, memore di tradizioni vissute sin da ragazzo, è destinato a rimanere deluso il più delle volte. Anche le iniziative destinate alla gioventù, per quanto meritorie, non riescono a conseguire che benefici momentanei.
E’ questo il frutto, il portato dell’azione delle ultime tre/quattro amministrazioni comunali, che hanno concentrato il proprio operato quasi esclusivamente sulle opere pubbliche, ignorando il fabbisogno di servizi che la popolazione rivendica a volte a gran voce.
Scusate, miei cari “quattro lettori”, lo sfogo di chi si definisce dichiaratamente ed onestamente “di parte”, ma non credo, tuttavia, che bisogni essere “di parte” per notare quanti e quali problemi affliggano la nostra comunità, alla quale comunque mi onoro di appartenere.
Un appello, infine, a chi a visto rinnovarsi, da parte dell’elettorato, il mandato ad amministrare: siete ancora in tempo… correggete il tiro!