Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

domenica 25 settembre 2022

25 SETTEMBRE: GIORNATA DEI FIUMI

 

Oggi, 25 settembre si celebra la Giornata Mondiale dei Fiumi, istituita nel 2005 per sensibilizzare l’opinione pubblica e incoraggiare una migliore gestione dei corsi d’acqua in tutto il mondo.
I tragici fatti di questi giorni che hanno colpito le Marche hanno riportato l’attenzione sulla crisi climatica in atto e sulla vulnerabilità del nostro territorio, martoriato da decenni di cattiva gestione. In un batter d’occhio abbiamo fatto un salto dall’emergenza siccità a quella alluvioni. Se a questo aggiungiamo che il 60% delle acque dei fiumi italiani è chimicamente inquinata, con sversamenti illeciti di pesticidi, antibiotici, microplastiche e sostanze varie gettate nei corsi d’acqua dolce, il quadro generale peggiora.
Meno della metà dei corsi d’acqua è in buono stato ecologico e nonostante l’urgente necessità di ripristinare gli ecosistemi degradati, affrontando le cause principali della perdita di biodiversità, gli interventi sono spesso lontani dal risolvere la situazione.
Relativamente, allora, a tale problema qual è la situazione del nostro territorio pietramelarese? Per rispondere diciamo che esso non è attraversato da “fiumi” nel senso stretto della parola, ma solo da aste a carattere torrentizio, i cosiddetti “rivi”, che nel passato hanno rivestito un’importanza fondamentale quali elementi costitutivi di un paesaggio rurale di bellezza unica.  Negli ultimi 30/40 anni, però, si è costruito dove non si doveva, per consumare suolo e buttare asfalto e cemento ovunque.
In ogni regione d’Italia i corsi d’acqua in alvei sono stati ristretti e sono state ridotte le zone di esondazione naturale, rendendole insufficienti a contenere le piene; da noi la situazione non è molto dissimile e periodicamente, in presenza di precipitazioni intense, come avvenuto nello scorso 8 dicembre 2021, giorno dell’Immacolata, ci misuriamo con pericoli incombenti, e danni alle cose e alle persone. A questo si aggiunga la condotta dissennata di chi permette che il poco verde urbano sia distrutto senza ragioni plausibili; chi ne ha responsabilità e si comporta in tal modo è un “ecocida”, cioè uno che deliberatamente distrugge la casa in cui abita. Il verde infatti, tra l’altro, frena l’azione battente delle acque e favorisce l’infiltrazione di esse nel suolo, evitando che esse vadano ad alimentare le “piene” dei rivi.
I nostri rivi hanno carattere stagionale, cioè sono attivi soprattutto nei mesi più piovosi, proprio per tale motivo costituiscono una sorta di “assicurazione sociale” contro le alluvioni e sono degni pertanto del massimo rispetto. La vegetazione spondale, per quanto freni la velocità delle acque, è importantissima perché favorisce la biodiversità naturale e, con le radici degli arbusti, rende stabili le sponde dei torrenti, essa va conservata e salvaguardata proprio per tali funzioni. Gli eventi di pulizia dei rivi e dei fossi dai rifiuti di irresponsabili, sono certamente meritori, tuttavia, a parere di chi scrive, devono essere indirizzati nel corpo di un’azione organica di tutela, che parta dagli organi di governo del territorio, altrimenti si sviliscono in occasioni di visibilità e lasciano il tempo che trovano, insieme alle loro “passerelle”.
 

sabato 17 settembre 2022

COMPLEANNO

 


Un compleanno cos’è? ... se non il doverti ricordare che un altro anno, l’ennesimo, è trascorso? Una vecchia foto di un mio compleanno di tanti anni fa forse il decimo, quella di copertina, mi riporta indietro. Nonostante sia ingiallita e macchiata, si vede bene il sottoscritto festeggiato con la mia cara mamma che aveva preparato la torta, di quelle buone, fatte in casa con le uova del pollaio e il latte della vicina che la sera all’imbrunire consegnava la bottiglia, bagnata con il vermut e decorata con i confettini. Una torta dotata di personalità, senza le ostie con le immagini dei calciatori o dei cartoni animati, come si usa oggi, ma diversa ogni anno dal precedente e dal successivo.
Si alzava di mattino presto la mia mamma per prepararla, doveva sbrigarsi perché la scuola l’attendeva; la fretta comunque non toglieva nulla al sapore di quelle torte; i bambini del vicinato venivano invitati a mangiarne una fetta , s’intende, dopo aver cantato “tanti auguri a te” e il rituale spegnimento di candeline. Quando poi queste candeline sono diventate troppe, tanto da non starci più sulla torta, i compleanni non sono stati più festeggiati.
Cosa rimane? Solo il ricordo… affetti carissimi da cui ci siamo separati per sempre, amicizie divise dalla distanza geografica e dalla sorte, un paese e una comunità che ho amato e che amo, comunque diversi da allora, e certamente non migliori.
Ho una famiglia ed un lavoro, che mi danno sicurezza e soddisfazioni, ho faticato non poco perché esse possano durare nel tempo, tuttavia ritornare a quei giorni felici e sereni, quei 17 settembre di tanti anni fa, produce un magone e una nostalgia che descrivere è difficile, anche da parte di un blogger scribacchiante ormai sessantatreenne.

domenica 4 settembre 2022

STORIE DI ALBERI MISERI

 

Non so quanti di voi ricordino l’alberatura di via San Pasquale, due filari ininterrotti di ligustro (Ligustrum vulgare) che dal convento fino al distributore Esso le facevano da corona: era l’elegante biglietto da visita di Pietramelara, il primo impatto positivo per il visitatore che vi si recava; la storia di tale infrastruttura verde terminò all’indomani della nevicata del gennaio 1985, i ligustri in seguito agli ingenti danni da freddo morirono, il termometro infatti scese fino a otto gradi sotto zero per due o tre notti. Per lungo tempo non ci furono rimpiazzi, solo nel 1996 in occasione del cinquecentenario del Sacco di Pietramelara, qualcuno pensò di mettere a dimora, se non l’intera alberatura a doppio filare almeno qualcosa che la ricordasse. Si trattava di quattro esemplari di Ippocastano (Aesculus hippocastanum, cfr foto di copertina), posti sulla destra entrando in paese, pochi metri prima dell’angolo con via Perretta; tali alberi nel frattempo avevano raggiunto ragguardevoli dimensioni, sottraendo anidrite carbonica e procurando ossigeno alla città, insieme a frescura per chi voleva intrattenersi sulle panchine sottostanti, e si sa quanto questa sia importante in tempi di bizzarrie climatiche.
Ma, nonostante gli innegabili benefici di cui sopra, anche essi sono stati eliminati, questa volta non per cause naturali ma per mano umana: la storia di questi ippocastani, infatti, si è conclusa qualche mattina fa, quando una benna li ha divelti dal suolo in cui avevano dimora. Qualcuno ricorderà che nello scorso luglio un pesante automezzo danneggiò in modo grave un leccio in Piazza San Rocco, e a tutt’oggi non ci risulta siano stati adottati provvedimenti conseguenziali (cfr. su questo blog “PIAZZA S. ROCCO. I COSTI DI UN DANNO” http://scribacchiandoperme.blogspot.com/2022/07/piazza-s-rocco-i-costi-di-un-danno.html). Nell’uno come nell’altro caso si tratta di miseri esseri viventi, a cui l’attenzione dedicata è stata nulla!
Ritornando agli ippocastani divelti in via San Pasquale, le domande e le perplessità sono molteplici: l’estirpazione, avvenuta ad opera di ditta privata su suolo pubblico, era stata autorizzata mediante apposito provvedimento? Ed ancora, tale eventuale provvedimento era corredato dal parere della Commissione Edilizia Integrata? Il legno derivante dall’estirpazione è stato messo a disposizione della collettività?
Delle due una: se l’estirpazione è avvenuta abusivamente si tratta di un grave illecito da perseguire nelle sedi opportune, se invece il tutto è stato autorizzato si tratta di una grave disattenzione alle problematiche del benessere ambientale e sociale, e soprattutto ci parla di un evidente e grave conflitto di interessi fra segmenti dell’amministrazione e soggetti privati (chi ha orecchie per intendere intenda). Va detto inoltre che, anche se un ripensamento da parte di qualcuno porterà al ripristino dell’alberatura, mediante messa a dimora di giovani esemplari, dovranno trascorrere decenni affinché quei benefici sociali ed ambientali, offerti dagli ippocastani che sono stati barbaramente divelti, vengano ripristinati.
Cos’hanno fatto e cosa faranno gli ambientalisti presenti in paese davanti ad uno scempio tanto evidente? Per ora si osserva solo un assordante silenzio! Il gruppo consiliare di minoranza presenterà senz’altro interrogazioni e richieste di chiarimento, in merito all’increscioso accaduto ma, purtroppo, ciò che non doveva avvenire è avvenuto.